Lavoratori in nero sottopagati e sfruttati in un laboratorio tessile a Cognento: arrestata la responsabile
Una donna cinese di 60 anni, dallo scorso novembre, impiegava otto operai suoi connazionali in modo irregolare: sei di loro erano anche privi di permesso di soggiorno. Attività sospesa, edificio e macchinari sequestrati oltre a una maxi-multa
MODENA. Lo scorso 21 maggio, i carabinieri della Stazione di Modena e del Nucleo ispettorato del lavoro di Modena hanno arrestato in flagranza di reato una donna cinese di 60 anni, residente in provincia, al termine dei controlli in un laboratorio tessile a Cognento. Le ipotesi di reato contestate sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, violazione delle disposizioni contro le immigrazioni clandestine e impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno.
L’ispezione e le indagini
Nel corso dell’intervento, i militari hanno individuato all’interno del laboratorio tessile otto cittadini cinesi impiegati come manodopera lavorativa, in assenza di contratti di lavoro e in condizioni di sfruttamento. Dagli accertamenti immediatamente eseguiti sotto il coordinamento della Procura della Repubblica modenese, che hanno incluso l’ascolto delle testimonianze dei lavoratori e le operazioni di fotosegnalamento, è emerso che l’indagata era la conduttrice di fatto del laboratorio, nonché colei che, a partire da novembre 2024, aveva impiegato gli otto operai in modo irregolare, senza alcuna sottoscrizione contrattuale e con retribuzioni inferiori ai minimi di legge.
Tutti i provvedimenti
Sei lavoratori sono risultati privi di regolare permesso di soggiorno e, pertanto, sono stati denunciati per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Nei loro confronti è stato notificato il provvedimento di espulsione emesso dal questore di Modena. Tra i denunciati a piede libero anche un cittadino cinese classe 2004, titolare formale della ditta individuale intestataria dell’attività produttiva, per le stesse ipotesi di reato contestate alla donna. I due risponderanno inoltre di numerose violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. L’attività è stata sospesa e sono state elevate multe per più di 130mila euro. Il pubblico ministero, rilevando che la donna indagata risulta incensurata e, pertanto, la presunzione del beneficio della sospensione condizionale della pena in caso di condanna, ha chiesto al Gip la convalida dell’arresto – ricorrendone i presupposti – senza l’applicazione di misure cautelari e disponendone l’immediata liberazione. L’arresto è stato convalidato il 23 maggio dal Gip del Tribunale di Modena e sull’edificio, un immobile del valore di circa 400mila euro adibito a laboratorio tessile, sono stati apposti i sigilli in esecuzione del decreto di sequestro preventivo disposto dal giudice su richiesta dalla Procura, al fine di evitare che la libera disponibilità del locale e di quanto contenuto all’interno potesse favorire la reiterazione di reati. Il provvedimento è stato pertanto esteso a 26 macchinari del valore di 50mila euro utilizzati dagli operai e su centinaia di capi di vestiario già confezionati del valore complessivo di quasi 350mila euro.