«“Pagami e ti ritrovo il gatto”. Poi ho capito, era una truffa»
Una donna di Vignola racconta il tentativo di raggiro da parte di una sedicente sensitiva
VIGNOLA. «Ho capito che era un truffa quando hanno iniziato a chiedermi denaro. Sapevano che in quel momento ero disperata, avrei fatto di tutto per potere ritrovare il mio gatto». Nel mondo delle truffe sui social, se ne registra una dalle sfaccettature davvero particolari. A esserne vittima una cittadina vignolese, che è incappata di recente in uno strano profilo su Facebook.
Gli annunci
«Ho perso il mio gatto una settimana fa, così ho iniziato a diffondere annunci ovunque, cartacei e sui social. Tra i commenti di una delle foto pubblicate, ne è comparso uno che mi consigliava di rivolgermi a una persona che avrebbe potuto aiutarmi. Ho pensato che fosse una volontaria di un’associazione dedita alle ricerche di animali smarriti, e così ho dato un’occhiata al suo profilo. Nella bacheca, comparivano tantissime interazioni da parte utenti, che la ringraziavano per avere ritrovato i propri animali domestici. “Abbiamo ritrovato la nostra cagnolina nel posto che ci ha indicato, grazie!”. Di post di questo tipo ce n’erano tanti, anche piuttosto articolati, così non ho dubitato della credibilità di questa persona. Solitamente non cado in questi inganni, eppure questa volta mi sono fidata. Le ho scritto e mi ha risposto dopo poco, sembrava molto affabile».
Il raggiro
La conversazione tra la vignolese e la donna inizia, e apparentemente l’utente di Facebook sembra volere aiutarla: «Le prime domande che mi ha posto non avevano nulla di strano: dove hai visto il tuo gatto per l’ultima volta? Era già scomparso in passato? Io le davo le informazioni che richiedeva, credendo che fossero utili ai fini della ricerca. Mi chiedeva il sesso dell’animale, l’età e la razza, ma ho iniziato a insospettirmi quando mi ha scritto che stava cercando di “stabilire una comunicazione ed entrare in contatto con l’animale”. Si è spacciata per una sensitiva, e poi ha aggiunto che per completare la ricerca era necessario versarle 70 euro all’istante. “Il suo gatto è vivo e sta facendo tutto il possibile per tornare a casa, ma si sente abbandonato – ha scritto – Si è perso e non conosce il posto in cui si trova, ma posso localizzare la sua posizione solo dopo il versamento di denaro”, recitava il messaggio. Ho capito che era una truffa, così ho interrotto la conversazione, ma non oso immaginare quante persone siano cadute vittima di questo inganno». La vignolese si concentra dunque sull’aspetto emotivo: «Io in quel momento ero disperata, avrei accettato qualsiasi cosa pur di ritrovare il mio gatto. Fortunatamente ho avuto lucidità per riconoscere la truffa, ma credo che sia facile cascare in questi tranelli. Fanno leva sulla sfera emotiva, e sanno che si è fragili nel momento in cui si ha la paura di perdere il proprio animale domestico», conclude.