Addio all’insegnante Lia Pacchioni: fu simbolo della lotta al precariato
Ha fatto la prima supplenza nel 1973 a vent’anni, il contratto a tempo indeterminato è arrivato nel 2008
MODENA. Addio all’insegnante simbolo della lotta al precariato. Lia Pacchioni è morta lunedì 2 giugno a 71 anni. Per decenni ha cresciuto studenti, insegnando le amate scienze e una determinazione indomabile.
A vent’anni ha fatto il primo appello alla scuola elementare De Amicis con una supplenza nel 1973. Era l’anno del Watergate e di “The dark side of the moon”.
È diventata insegnante di ruolo nel 2008 dopo 121 supplenze e una battaglia legale conclusa soltanto nel 2019, alle porte della pensione.
Tra speranza e delusione
«Finché sarò in forze continuerò a insegnare», ha raccontato combattiva al nostro giornale quando ha ottenuto l’agognata cattedra.
Il suo caso è arrivato al ministero dell’Istruzione. Pacchioni lavorava da supplente mentre studiava all’università. S’è laureata nel 1978 in Scienze biologiche, abilitandosi nel 2000 in Scienze e Chimica. «Dopo le abilitazioni ero molto speranzosa in un’assunzione a tempo indeterminato, ma ho scoperto, con grande delusione, che nella graduatoria di ogni materia valevano soltanto i punteggi acquisiti in quella disciplina – spiegava Pacchioni nel 2007 – in pratica l’esperienza di trent'anni non mi è valsa a nulla».
L’insegnante non s’è rassegnata a essere una precaria. Anno dopo anno, ha salutato a giugno studenti che non avrebbe rivisto a settembre, quando avrebbe cambiato classe, se non scuola.
Ha stretto i denti per sé e per la famiglia, mantenendo i suoi due figli dopo la morte del marito. Nel 2008 ha ottenuto il contratto a tempo indeterminato, ma la sua lotta sarebbe proseguita ancora.
La lotta in tribunale
Con cinque colleghi ha fatto ricorso al tribunale di Modena per ottenere le differenze retributive tra quanto atteso e quanto percepito.
Il tribunale ha dato loro torto, ma Pacchioni è andata avanti da sola e si è rivolta alla Corte d’Appello di Bologna, che le ha dato ragione nel 2019. Erano passati 46 anni dalla prima supplenza.
Pacchioni lascia un esempio di una «precaria storica, anzi preistorica», come si definiva, che non si è arresa. Un messaggio che da Modena, la città in cui è cresciuta insegnando ai giovani, ha varcato i confini regionali, arrivando ai banchi del governo.
L’assegno da 43 centesimi
Un percorso pieno di difficoltà e umiliazioni, come l’essere affiancata al primo contratto a tempo indeterminato, dopo 35 anni d’insegnamento, da un tutor. Oppure l’assegno da 43 centesimi di arretrati mentre era a un passo dal vedere la luce fuori dal precariato.
È andata in pensione nel 2020 mentre era all’istituto Barozzi, dove la ricordano con affetto. Giovedì 5 giugno alle 11 l’addio alle camere ardenti dell’ospedale di Castelfranco, poi il corteo guidato dalle onoranze funebri Perati si sposterà al tempio crematorio di San Cataldo.
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