I vestitini dei bambini di Gaza sparsi in piazza Grande: così Modena dice no alla guerra
Decine di piccoli vestiti coprono i ciottoli per ricordare i bambini morti a causa dei bombardamenti nel conflitto in Medioriente
MODENA. Decine di abitini colorati hanno ricoperto l’acciottolato di piazza Grande per ricordare i bambini morti a causa dei bombardamenti che, da mesi, stanno colpendo la Striscia di Gaza. In concomitanza con la Festa della Repubblica che si celebrava in piazza Roma ed in occasione dell’assemblea popolare “Modena ripudia la guerra, il riarmo e il genocidio”, promossa dall’associazione “Modena per la Palestina”, sono state tantissime le targhette numerate e poste su ciascuno dei vestiti che hanno sollecitato i passanti a contare le vittime civili innocenti.
L’iniziativa
Pur essendo insufficienti ad includere tutti coloro che hanno perso la vita nella guerra israelo palestinese, i numeri scritti su quei foglietti hanno simbolicamente dato inizio al calcolo di bambini, donne ed anziani che in ogni conflitto rappresentano l’anello più debole, fragile ed esposto della popolazione. «Questa è la piazza dei cittadini che vogliono difendere in modo intransigente l’articolo 11 della costituzione della nostra Repubblica: “L’Italia ripudia la guerra”», ha affermato Giovanni Iozzoli rivolgendosi ai partecipanti della manifestazione in nome di “Modena per la Palestina”. L’associazione da seicento giorni denuncia gli atti di violenza israeliani e ribadisce la sua contrarietà ad ogni progetto di riarmo europeo ed al coinvolgimento dell'Italia in qualsiasi teatro di guerra.
Le reazioni
«Abbiamo apprezzato la presa di posizione del governatore dell’Emilia Romagna di Pascale», che ha chiesto alla giunta ed ai dirigenti e delle agenzie regionali di interrompere ogni relazione istituzionale con l’attuale governo israeliano. Ad aderire alla manifestazione non è stata solo una parte dell’opinione pubblica modenese, ma anche numerosi movimenti, associazioni del territorio, sindacati, partiti politici, ed altre realtà, tra le quali Cgil, Movimenti Cinque Stelle e la comunità islamica di Modena. Il Circolo Arci e Civica 15A, inoltre, hanno iniziato a raccogliere le firme per una petizione «da presentare questa settimana al sindaco Massimo Mezzetti ed al presidente del consiglio comunale, affinché venga intitolato uno spazio pubblico, una strada, una piazza, un parco alle bambine e ai bambini di Gaza, lasciando un segnale duraturo di questa tragedia».
Gli interventi
Tra i diversi interventi, alcuni dei quali dai toni accesi, conclusivo è stato quello di Stefania Ascari, deputata della Repubblica italiana che si è recata «dal 16 al 19 maggio al valico di Rafah. Eravamo a ottocento metri in linea d’aria da Gaza. I palestinesi che sono scappati ci hanno parlato di una situazione apocalittica». Ascari ha denunciato la chiusura imposta dagli israeliani agli aiuti umanitari, che aggravano una situazione già complessa dovuta alla distruzione degli ospedali, alle morti per malnutrizione ed alla diffusione di malattie legate alla mancanza di bagni e servizi igienici. «Dal 2 marzo non entrano in città cibo, acqua e medicinali. La fame e la sete vengono utilizzate come armi di guerra e strumenti di genocidio. Abbiamo visto da Al Arish, che dista un’ora verso il valico di Rafah, in mezzo al deserto del Sinai, chilometri di camion pieni di cibo, biscotti, latte in polvere, farina, acqua e di medicine bloccati per una volontà deliberata di affamare la popolazione palestinese – ha concluso la deputata – Siamo chiamati a difendere l’umanità. Quei figli possono essere i nostri. Non possiamo voltarci dall’altra parte».