Gazzetta di Modena

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La svolta

«Le diocesi di Modena e Carpi saranno unite da gennaio 2026»

Paolo Seghedoni
«Le diocesi di Modena e Carpi saranno unite da gennaio 2026»

L’annuncio del vescovo Castellucci: «Da settembre servizi unici, poi l’ufficialità. Bisogna respirare di più l’universalità della Chiesa, superando i particolarismi»

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MODENA. «Stiamo pensando al primo gennaio 2026 per l’unificazione giuridica e amministrativa delle due diocesi. Speriamo di procedere da settembre di quest’anno per i servizi unificati delle diocesi e dei territori, mentre per l’unificazione vera e propria dobbiamo aspettare Roma. La malattia di Francesco e l’elezione di papa Leone hanno arrestato un po’ i contatti col nunzio apostolico, ma non ci saranno problemi né frenate».

L’arcivescovo di Modena e vescovo di Carpi don Erio Castellucci, nominato proprio 10 anni fa come pastore dei modenesi, aspetta le domande alla fine dell’assemblea di fine anno pastorale per la notizia più attesa. Non c’è ufficialità, ma è praticamente certo che dal 1° gennaio 2026 (o magari, simbolicamente, dal 6 gennaio quando si chiuderà il giubileo) nascerà l’arcidiocesi di Modena-Carpi.

L’appello per la pace

Tante persone, sacerdoti, religiose e religiosi, ma soprattutto moltissimi laici. L’assemblea alla parrocchia del Redentore, l’ultima con la distinzione tra le diocesi di Modena e di Carpi, è stata molto partecipata, tanto che la sala non è stata sufficiente per accogliere tutti. L’arcivescovo di Modena e vescovo di Carpi, don Erio Castellucci, ha aperto pregando per la pace tra Israele e Palestina «che è il concentrato di tutti i conflitti. Lì vengono calpestati i più deboli, trattenuti in modo criminale ostaggi innocenti, perpetrato un dramma umanitario. Il terribile massacro di Hamas ha ricordato la Shoa, la reazione sproporzionata del governo israeliano sta calpestando il diritto internazionale, semina odio e risentimento che produrrà violenza per le prossime generazioni. Non possiamo darci pace finché non regnerà la pace».

«Superare i particolarismi»

E proprio la pace sarà il tema guida del prossimo anno pastorale, in dialogo con altre realtà che lavorano su pace e difesa del creato. Mons. Castellucci ha poi dato una lettura del momento della Chiesa, tra la morte di Francesco e l’elezione di Leone XIV, sottolineando con forza nel finale un passaggio che va nella direzione dell’unificazione ormai quasi completata: «Giovanni Paolo II è stato definito restauratore, Benedetto conservatore, Francesco progressista. Quando un cattolico emette verso un papa giudizi netti, parziali e selettivi, vuole solo confermare sé stesso e le proprie idee. Alzare il capo e respirare di più l’universalità della Chiesa è importante per affrontare le questioni con maggiori serenità, comprese le ferite e i particolarismi che ci sono anche tra di noi. Avere uno sguardo cattolico, universale, fa bene anche all’unificazione tra le due diocesi».

La nuova diocesi sarà suddivisa in 5 nuovi vicariati: Montagna, 56mila abitanti e 17 comuni; Pedemontana 12 comuni e 165mila abitanti; Carpi 5 comuni e 110mila abitanti; Bassa 11 comuni e 100mila abitanti; Modena 3 comuni e 200mila abitanti. Inoltre è stata avviata una revisione degli uffici della curia, con l’ambito dell’annuncio e quello della prossimità, più di carattere sociale e caritativo.