Maestre indagate per maltrattamenti all’asilo Muratori di Soliera: «Urla udite fin dalla strada»
La testimonianza del genitore di un bimbo della sezione accanto: «Non è una sola classe a essere stata coinvolta da questa brutta dinamica. Anche i nostri figli, pur non essendo accaduto nulla di diretto, hanno vissuto un clima pesante per mesi»
SOLIERA. «Le urla si sentivano addirittura dalla strada». A parlare è una delle mamme dell’asilo Muratori di Soliera, il cui figlio va in una delle sezioni adiacenti a quella in cui, secondo l’accusa della Procura, ci sarebbero stati maltrattamenti verso i bambini. Ora che le due educatrici indagate di 64 e 67 anni sono state sospese dall’insegnamento, c’è chi comincia a mettere insieme i pezzi di un disagio diffuso, che forse per troppo tempo è rimasto relegato. O quasi. Perché quel malessere non era chiuso tra quattro mura a quanto pare: le ripercussioni emotive, i segnali, e le paure, si sono estesi oltre la classe incriminata, investendo anche chi – in apparenza – ne era rimasto fuori. Le indagini, condotte con discrezione dalla polizia di Stato di Carpi sotto la regia della procura di Modena, hanno portato alla luce un quadro inquietante: strattoni, urla, spintoni, insulti. Episodi documentati anche da intercettazioni ambientali che avrebbero fornito gravi indizi a carico delle due maestre, sempre secondo la tesi della Procura. Ma a parlare adesso sono anche i genitori dei bambini non direttamente coinvolti, quelli le cui aule erano solo accanto, o di fronte, come se la violenza avesse comunque trovato il modo di propagarsi, silenziosa ma presente.
La denuncia
«Parlo anche a nome di altre mamme e di altri papà, con bambini turbati dai comportamenti di quelle maestre, anche se indirettamente – premette uno dei genitori che, per tutelare il figlio, preferisce mantenere l’anonimato –. Le urla delle maestre si sentivano anche fuori dall’aula. Addirittura in strada. La classe di mio figlio era proprio di fronte a quella delle insegnanti sospese, e diverse mamme mi hanno riferito di aver visto bambini trascinati in malo modo e spesso sgridati con modi bruschi. I nostri figli per andare in bagno uscivano dalla classe da soli, in autonomia, e spesso, nel tragitto, vedevano o sentivano cose che li mettevano a disagio – prosegue –. Una volta, addirittura, un bambino dell’altra classe è entrato per sbaglio in quella dei nostri figli, ed è stato portato via di peso, in malo modo».
Il punto è che il disagio non ha avuto confini netti: «Non è una sola classe a essere stata coinvolta da questa brutta dinamica. Anche se ai nostri figli non è accaduto nulla di diretto, hanno vissuto un clima pesante anche loro. Per mesi. Perché comunque, anche se non si riceve direttamente lo spintone, si ha paura di andare a scuola se di fronte alla tua aula sai che ci sono bambini che subiscono ciò». «È il caso di dirlo – prosegue – non c’era un’atmosfera serena. Ora siamo molto sollevati del fatto che siano state sospese dall’insegnamento, ma serve che si parli anche di chi ha vissuto tutto questo da vicino, pur senza esserne protagonista. Perché il trauma non sempre colpisce chi vive direttamente le dinamiche, e i nostri figli ne sono rimasti segnati».