Ottomila messaggi in 4 mesi all’ex fidanzata: «Giorno e notte, in ogni modo»
Mail, WhatsApp, TikTok, Facebook, Instagram e perfino Paypal utilizzati per provare riallacciare i rapporti: il giovane reggiano ora è a processo per stalking. L’avvocato della vittima, una ragazza di Fiorano: «Si passava da offese e minacce a suppliche e corteggiamento, ininterrottamente»
FIORANO. Almeno ottomila contatti tra messaggi su WhatsApp, TikTok, Facebook e Instagram. Ha utilizzato perfino bonifici tramite Paypal per comunicare con lei e chiederle di sbloccarlo. È a processo per stalking un giovane reggiano accusato di avere perseguitato per mesi la sua ex fidanzata, una ragazza residente a Fiorano.
Il processo
Lei, presunta vittima, è assistita dall’avvocato Henrich Stove che ieri in aula ha depositato altri 1.500 messaggi (in aggiunta ai 6mila di cui si era parlato inizialmente) che l’imputato avrebbe inviato alla donna dopo avere sottratto il cellulare alla madre. Il processo è in corso. Ad assistere l’uomo c’è l’avvocato Ruffini di Reggio Emilia. Tutto, secondo la ricostruzione dell’accusa, è iniziato a settembre 2023 quando la relazione tra i due è giunta al termine. Una situazione che l’uomo non accettava: ha cercato in ogni modo di contattare la ex per provare a riallacciare i rapporti.
I messaggi
Quando veniva bloccato su un’utenza, ne utilizzava un’altra, ma cercava anche di comunicare via social network, a partire da Facebook. I tentativi di approccio avvenivano anche via mail, prima riconoscibili, poi con nomi falsi. Senza contare poi i messaggi su WhatsApp e Telegram. Tra gli episodi contestati anche alcuni appostamenti. I messaggi avevano ogni volta toni diversi: minacce, ingiurie, offese, suppliche. La vita della giovane era diventata un incubo, fino a che, dopo la denuncia, è scattata la misura del braccialetto elettronico per il presunto stalker.
La testimonianza
Nel processo la sua ex è parte civile assistita dall’avvocato Henrich Stove che ieri in aula ha portato altri 1.500 messaggi che l’imputato avrebbe inviato con il telefono della madre. «Sino al giorno dell’applicazione del braccialetto elettronico – commenta Henrich Stove – questa condotta è continuata. Con tutte queste variabili assolutamente incontrollate e incontrollabili in cui il soggetto passa questi stati emotivi che danno inquietudine: dal finto amore, alla supplica, al corteggiamento anche paradossale di chi ha chiuso una relazione e non ne vuole sentire, per poi virare violentemente nell’offesa, nella minaccia, nella denigrazione, nella distorsione della realtà e con una frequenza oceanica. Continuamente, ininterrottamente giorno e notte».
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