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Il caso

Paziente insulta infermiera e aggredisce autista del 118 a Carpi

di Mattia Vernelli
Paziente insulta infermiera e aggredisce autista del 118 a Carpi

Violenza mercoledì sera su un’ambulanza in via San Francesco

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CARPI. Prima l’aggressione verbale, poi quella fisica. Le vittime, ancora una volta, sono gli operatori sanitari del 118, intervenuti mercoledì sera per prestare soccorso a un paziente psichiatrico in via San Francesco, a Carpi. È stato proprio lui l’autore delle violenze: stando alle prime ricostruzioni, avrebbe prima inveito contro l’infermiera, per poi prendersela con l’autista dell’ambulanza, che è stato scaraventato e messo spalle al muro.

Il sindacato

«L’aggressione all’equipaggio del pronto soccorso è avvenuta intorno alle 20.30 - spiega Giuseppina Parente di Fials Cgil - il personale era intervenuto per accertarsi delle condizioni del paziente. L’autista ha provato ad aiutare la collega, ma è stato aggredito dall’uomo, che l’ha afferrato per un braccio e lanciato brutalmente contro un muro. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato che accadesse il peggio. I carabinieri erano stati preallertati e sono giunti sul posto tempestivamente».

Parente denuncia le condizioni lavorative del personale sanitario: «È l’ennesimo episodio di violenza in questi mesi. Il personale del pronto soccorso di Carpi è sotto organico da mesi, e tra poco inizierà anche l’estate, con un piano di sostituzione delle ferie presentato da Ausl che è assolutamente insufficiente per coprire il numero di infermieri e di Oss. Segnalo inoltre che l’Obi (Osservazione Breve Intensiva) per due notti è stato lasciato sguarnito di personale infermieristico di turno. I pazienti ricoverati sono stati sorvegliati dagli Oss e dagli infermieri delle ambulanze che non uscivano tra un servizio e l’altro. È una cosa gravissima, che a nostro parere non può più essere tenuta nascosta. L’azienda Ausl deve essere in grado di assicurare la qualità dei servizi, altrimenti deve chiuderli. Non si può mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori all’interno delle strutture, oltre alle prestazioni di cura dei pazienti che vi afferiscono».

I prossimi passi

Si annunciano quindi provvedimenti immediati: «Se non verranno attuate misure nel più breve tempo possibile dichiareremo lo stato di agitazione, che è la manovra propedeutica all’attuazione di scioperi serrati durante il periodo estivo. Non possiamo più tollerare queste mancanze dell’Ausl di Modena: cominceremo a denunciare alle autorità competenti tutte le inadempienze dell’azienda», conclude Parente. Fials Cgil, inoltre, denuncia altre criticità che causano le difficoltà di reclutamento di personale: «Non è solo una questione di stipendio, gli operatori lavorano con ritmi insostenibili, - scrive il sindacato - hanno ferie e permessi negati, devono sottostare a coordinatori autoritari, non c’è alcuna conciliazione tra vita e lavoro, e in più si aggiunge anche la difficoltà di trovare casa per chi arriva da fuori. Fials lo denuncia da mesi, ma Ausl fa finta di nulla. Abbiamo chiesto un incontro al sindaco di Modena e siamo ancora in attesa di ricevere risposta. Noi abbiamo proposte concrete. Senza infermieri, Oss e tecnici non c’è sanità». Il quadro presentato da Fials è aggravato dai dati che mostrano una significativa progressione degli episodi di violenza in provincia. Nel 2024 sono stati 293: si tratta di un record assoluto di un trend in costante crescita. Nel 2019 le aggressioni segnalate furono 136; nel 2021, in piena pandemia furono 93. Nel 2023 sono state 207.