Il Drake e la vendita della Ferrari: «Dalla mancata intesa con Ford alla Fiat, ecco come andò»
“La trattativa” è il nuovo libro scritto da Luca Dal Monte e dedicato a Enzo Ferrari: «Racconto cosa contenevano tutti i documenti dell’accordo sull’asse Maranello-Detroit, poi l’acquisto da parte dell’avvocato Gianni Agnelli e perché fu slegato da Alfa Romeo»
MODENA. Documenti “desecretati”, personaggi che hanno fatto la storia, strategie, bluff o presunti tali. E poi un po’ di sano mistero che intreccia gli Stati Uniti, Detroit in particolare, e l’Italia. Una spy story bella e buona quella raccontata da Luca Dal Monte nel suo ultimo libro, “La trattativa”, il primo edito da Minerva. La storia, la spy story, vede come protagonista Enzo Ferrari. E attenzione, Luca Dal Monte è un grande esperto del Drake. Probabilmente il massimo esperto a livello internazionale. Il suo “Ferrari Rex” – una delle tante opere prodotte dal 62enne scrittore cremonese («Ma emiliano d’adozione», dirà) – è stato tradotto in tutto il mondo e racconta la vita di Enzo Ferrari a tutto tondo. Un libro unico. Ma torniamo a “La trattativa”
Dal Monte, come è arrivato a scrivere “La trattativa”?
«Proprio mentre stavo lavorando a “Ferrari Rex” mi ero rivolto alla Ford, a Detroit, per chiedere i documenti della trattativa che doveva portare la Ford ad acquistare la Ferrari. A quei tempi, però, non era stato possibile ricevere gli incartamenti. Diciamo che non erano ancora disponibili. Di recente, poi, sono tornato alla “carica” e dalla Casa automobilistica Usa sono iniziati ad arrivare questi incredibili documenti che svelano il retroscena di quella trattativa. Abbiamo sempre conosciuto la “faccia della medaglia” più o meno raccontata da Enzo Ferrari, ora sappiamo anche le strategie, poi andate in fumo, di Henry Ford II. Il materiale è davvero tanto, ci sono persino i report quotidiani che gli uomini Ford spedivano a Detroit alla fine di ogni incontro con Ferrari a Maranello. Ovviamente nel libro si arriva alla trattativa che salta per volontà di Ferrari e poi alla discesa in campo dell’avvocato Gianni Agnelli che decide di acquistare il Cavallino con la Fiat».
Ci dica, perché Ferrari aveva deciso di vendere la sua creatura?
«Certamente, da imprenditore illuminato, aveva capito che ci volevano le spalle forti. Faccio un esempio: le auto stradali devono essere omologate e per omologarle, semplificando, le devi lanciare a tutta velocità contro un muro. Servono soldi. Poi in quegli anni, e la trattativa con Ford inizia nel 1963, Enzo teme di morire. Ha paura di morire, ma vivrà per altri 25 anni, e sa che il suo erede, Piero, è ancora giovanissimo».
E perché Ford vuole la Ferrari?
«A dire il vero, Ford punta su Ferrari, Carrozzeria Ghia e su un altro marchio modenese, la Maserati. Quando, però, intuisce le possibilità di arrivare ad acquistare il Cavallino si concentra solo su Maranello. Il motivo? Per ringiovanire il suo marchio, per sbarcare in Europa. Per vincere le corse. Anzi, per vincere a Le Mans. La sua idea è di far nascere la Ferrari Ford dedicata al mondo delle corse e gestita dal Drake, mentre la Ford Ferrari sarebbe stata riservata alla produzione delle auto stradali. L’intenzione è questa ma...»
Ma qualcosa va storto, cosa?
«Sicuramente – sono ancora le parole di Dal Monte – il fatto che per ogni aumento di budget per la gestione del “reparto corse”, Ferrari avrebbe dovuto presentare richiesta a Detroit. Ma non è solo questo. Enzo era attento all’aspetto economico che però doveva sempre essere funzionale alle corse. Ferrari vuole correre dove e come vuole. Ma nei carteggiamenti tra la Ford e gli emissari a Maranello si capisce un passaggio fondamentale. Ferrari chiede: ma se voglio correre a Indianapolis, per esempio, posso farlo? E dalla Ford rispondo che anche in questo caso sarebbe stata la “Casa madre” a prendere una decisione. Così salta tutto».
E qui tocca alla Fiat o meglio all’avvocato Agnelli.
«Esattamente. Sbagliato dire che quella di Ferrari di ammiccare a Ford sia tutta una strategia per vendere a Fiat. In realtà le tempistiche sono differenti, la trattativa Ferrari-Ford esiste veramente e salta per motivi chiari e seri. Tempo dopo Agnelli, per amor di patria, capisce che è il momento di acquistare Ferrari. Sa che Enzo vuole vendere e decide di coinvolgere anche Alfa Romeo. Già, l’Alfa Romeo, il vecchio amore di Enzo Ferrari. Tanto che Ferrari a un certo punto sogna di poter cedere il suo marchio solo all’Alfa. Non sarà possibile e considerato anche l’andamento della Casa milanese, poi acquistata proprio da Fiat, sarà una fortuna. Anche per raccontare queste vicende mi servo di documenti unici che riguardano direttamente Fiat e Alfa. Fatto sta che è la Fiat, completamente slegata da Alfa Romeo, ad acquistare Ferrari. E qui racconto del perché della rottura dell’alleanza tra Fiat e Alfa. La “colpa”, se così si può dire, è di un’Alfa Sud. Il modello economico del marchio che fa saltare il grande affare con Ferrari...».
E quindi il Cavallino rampante arriva ai giorni nostri, così come lo conosciamo.
«Pensare che lo staff di Agnelli aveva consigliato all’avvocato di non acquistare Ferrari. Non sarebbe stato conveniente, secondo loro...»
Tutto questo, e molto di più, è “La trattativa”.
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