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L’allarme

Piovono rifiuti dal cavalcavia della Vignolese sull’A1, minaccia continua sulle teste dei residenti: «Vola di tutto, rischiamo la vita»

di Daniele Montanari
Piovono rifiuti dal cavalcavia della Vignolese sull’A1, minaccia continua sulle teste dei residenti: «Vola di tutto, rischiamo la vita»

L’incredibile caso del borgo “La Cartiera”, a San Donnino, dove abitano dieci famiglie con anziani e bambini: «Una volta una ruota di un tir è finita in un cortile, in caso di incidente rischieremmo di vedere un’auto piombarci addosso. Da 20 anni chiediamo una barriera protettiva»

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MODENA. Uscire di casa con la consapevolezza di rischiare la vita ogni volta che si cammina nel vialetto. Può “piovere” una bottiglia di vetro e, se arriva in testa, è la fine. Per terra ci sono ancora i fondi di vetro rimasti dagli ultimi lanci fatti dagli incivili. Ma fino a quando andrà bene?

Il pericolo

È l’incredibile situazione del borgo “La Cartiera”, a San Donnino. Siamo sulla Vignolese all’altezza del 1626, dal civico 1 all’8, dove abitano dieci famiglie, anche con anziani e bambini. Subito di fianco c’è il cavalcavia della Vignolese: è stato rifatto e avvicinato di 8 metri alle case a inizio anni Duemila, nell’ambito dei lavori per la quarta corsia dell’Autosole. C’è un vialetto, e poi i cortili di casa. Così se da un’auto o un camion qualche incivile passando sul cavalcavia lancia una bottiglia, pensando magari che ci sia un fosso di là, il vetro arriva dritto sul vialetto che bambini e adulti percorrono quotidianamente per andare a casa o uscire. O peggio. Se c’è un incidente grave, può volare giù una macchina, come ha rischiato di accadere a fine maggio nello scontro che ha coinvolto due auto e un furgone. Tre anni fa la ruota di un camion finì in un cortile. Era quello di Fortunata Milazzo. Abita qui dal 1996, e con gli altri residenti da vent’anni si batte perché vengano istallate sul cavalcavia le barriere che avevano promesso di mettere nel 2005. Oltre ad essere antirumore, impedirebbero il lancio di oggetti o altre cadute dal cavalcavia.

La rabbia

Il 26 maggio Fortunata è stata sfiorata dall’ennesima bottiglia lanciata da un’auto mentre lei, camminando sul vialetto, stava andando a trovare una vicina. È caduta mentre si scansava. Era una pesante bottiglia di birra di vetro: se la colpiva in testa, le conseguenze potevano essere gravissime. «Ho chiamato la polizia Locale, ma non sono venuti a vedere – nota Fortunata – mi hanno detto che era inutile, tanto non si riusciva a identificare il mezzo da cui era stata lanciata. Ma a me interessava soprattutto che venissero a vedere la situazione di pericolo, e la segnalassero agli uffici. Invece niente». L’episodio non è isolato: due anni fa suo marito sullo stradello fu sfiorato da un’altra bottiglia, mentre il suo cane fu colpito e gli dovettero dare dei punti. Comprensibile quindi la rabbia per la situazione: «È da vent’anni che ci riempiono di promesse vuote e non fanno niente – sottolinea – Anas dice che ha presente il problema, che concorda sulla necessità di una barriera di 50-100 metri. Ma dice che non ha i fondi necessari, e che devono essere Comune e Provincia a prendersi in carico l’opera. In Comune ho segnalato più volte la questione alla passata e alla presente amministrazione. Ma di soluzioni non se ne vedono. Pensavo che il cantiere della Complanarina fosse l’occasione anche per intervenire qui, realizzando la barriera che ci avevano garantito finita nel 2005. E invece siamo dei dimenticati. I soldi per fare una ruota panoramica al Novi Sad si trovano, ma per 50 metri di barriera per risolvere una situazione di evidente pericolo no. Ma non si può aspettare che succeda qualcosa di molto grave per farlo. Ci sono bimbi che passano in bici sullo stradello, anziani col deambulatore... È una roulette: finché va bene va bene, poi se capita che va male, piangiamo».

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