Mostrò le parti intime a una ragazzina sull’autobus, ecco perché non andrà a processo
La giovane aveva più di 14 anni e per questa ragione il fatto, seppur moralmente riprovevole, non costituisce reato. L’episodio era avvenuta nel gennaio del 2024 sulla Nonantolana
MODENA. Si è denudato sull’autobus facendo vedere le parti intime a una ragazzina che stava andando a scuola. Ma l’uomo in questione è stato scagionato: non andrà a processo per quello che ha fatto, il caso per lui si chiude senza alcuna ripercussione giudiziaria, nonostante il trauma che ha causato.
L’episodio sull’autobus
L’incredibile vicenda riporta al gennaio 2024, sulla Nonantolana. Erano circa le 7.30, sul bus 12 viaggiava una ragazzina che stava andando a scuola a Modena. Sulla corriera c’era anche un giovane originario del Ghana, oggi 39enne, che ha cominciato a riservare particolari sguardi alla ragazzina. A un certo punto, il comportamento choc: si è avvicinato a lei, si è aperto i pantaloni e ha mostrato le parti intime alla ragazzina. La studentessa è rimasta pietrificata dal gesto: ovviamente non ha dato seguito alle avances dell’uomo, che le ha lasciato anche il suo numero di telefono, ed è scesa dall’autobus sconvolta.
La denuncia e le indagini
Quando è andata a casa, ha parlato subito con la madre di quello che era successo, in lacrime e spaventata. La madre ha deciso subito di andare a fare denuncia con lei, di fronte a un gesto così grave. La Procura ha aperto subito un fascicolo, ipotizzando a carico dell’uomo il reato di corruzione di minorenne. L’articolo 609 quinquies, che prevede da uno a cinque anni di pena per chiunque compia atti sessuali di fronte a un minore di anni 14. La convinzione infatti era che la ragazzina avesse meno di 14 anni. L’uomo è stato rapidamente identificato grazie al numero di cellulare. A casa sua poi sono stati trovati gli stessi abiti che la ragazzina ha riferito di avergli visto addosso al momento del fatto. Vestiti che sono stati subito sequestrati, come fonte di prova.
Il non luogo a procedere
Ieri mattina si è tenuta in tribunale l’udienza che doveva stabilire l’eventuale rinvio a giudizio dell’uomo. Il suo avvocato, Maria Cecilia Ferraresi (d’ufficio), documenti alla mano, ha fatto leva sul fatto che la ragazzina all’epoca aveva quasi 16 anni, e quindi non era certo infraquattordicenne. Il giudice ne ha preso atto, disponendo per l’uomo il non luogo a procedere, perché il fatto in questi termini non costituisce reato. È moralmente riprovevole, ma non un reato.
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