Sicurezza a Modena, il sindaco: «No alla zona rossa, più agenti a piedi in centro»
Le parole di Massimo Mezzetti in occasione dell’incontro sul primo anno di mandato. E sui progetti “punge” Muzzarelli: «Tanti investimenti, ma sui contenuti...»
MODENA. Sicurezza, grandi opere, sanità, lavoro e crisi abitativa. Il sindaco Massimo Mezzetti a ruota libera sui principali temi cittadini nell’incontro con la stampa organizzato per un primo bilancio a un anno dall’inizio del mandato. Sulla sicurezza Mezzetti illustra varie proposte e ne stronca subito una: «La zona rossa? Uno strumento poco utile. Serve per fare presa sull’opinione pubblica, ma non porta a risultati. Non sono contrario a prescindere, ma lo utilizzeremo come ultima carta». Si tratta di un provvedimento già adottato in varie città, recentemente anche a Reggio, che prevede il “divieto di stazionamento” a chi assume “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti" e sia stato segnalato per reati contro la persona o il patrimonio. Una misura che il prefetto Fabrizia Triolo a febbraio scorso aveva dichiarato di voler prendere in considerazione se necessario, soprattutto per il Novi Sad.
«L’unico beneficio che può portare è quello di accelerare i tempi di identificazione della persona in questione. Passato un mese dall’istituzione dell’ordinanza, questi soggetti si accorgono che non è cambiato nulla e torneranno a delinquere come prima. Piuttosto - suggerisce Mezzetti - vogliamo rafforzare il personale nei punti più sensibili». Il sindaco parte da una premessa: «Ci deve essere una condivisione di responsabilità. Il compito prioritario è quello degli organi dello Stato, anche se poi è “sempre colpa del sindaco”. Eppure, il governo oggi risponde con il decreto sicurezza che non fa altro che inasprire, e non assicurare la certezza della pena. A cosa serve arrestare qualcuno se dopo due giorni è già a piede libero? Detto ciò, il Comune deve fare la propria parte e creare sinergie, e in questo senso è partita un’operazione che coinvolge le varie forze dell’ordine che ha già portato a numerosi arresti nelle settimane scorse».
Il punto
Quindi, la proposta va in due direzioni: «Da un lato c’è l’aumento dei presidi, procederemo con la revisione del chiosco in piazza Matteotti, che rimarrà punto di riferimento per le segnalazioni, ma dislocheremo la pattuglia a piedi per le ore notturne e della mattina nelle aree più critiche. Dall’altro lato, c'è la volontà di animare le aree più critiche. Ne è un esempio la ruota appena inaugurata: non risolverà interamente il problema, ma questo weekend al Novi Sad di spacciatori non se ne sono visti. Questo approccio lo moltiplicheremo nelle altre parti della città». Oltre alla sicurezza, le altre criticità: «Sulla questione casa - continua Mezzetti - stiamo lavorando sul cambio di destinazione d’uso degli uffici pubblici in favore delle abitazioni. Lo gestiremo in funzione delle esigenze dei soggetti pubblici o privati: siano essi agenti delle forze dell’ordine, dipendenti di Seta, o anche dipendenti privati che faticano a trovare alloggi. Sulla sanità, abbiamo proceduto con i cambi delle figure apicali e sono state presentate alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria le nuove linee guida. La priorità è la riduzione delle liste di attesa, che non è una competenza del Comune, ma che ha ricadute dirette sui cittadini. Sul lavoro l’esigenza di prim’ordine è la sicurezza sugli appalti pubblici: stiamo portando a termine un protocollo con tutte le categorie interessate nei cantieri così da rafforzare i criteri di sicurezza nel lavoro».
Capitolo urbanistica
Sui tanti “contenitori vuoti”, ovvero gli edifici rigenerati con fondi Pnrr e ora da progettare, il sindaco spiega: «Negli anni passati sono stati fatti grandi investimenti sul recupero degli edifici, senza una vera idea di cosa metterci dentro. Arrivato qui ho trovato fogli con degli appunti, ma pochi progetti chiari. Stiamo lavorando per capire cosa insediarvici. Tutto ciò è dovuto alla grande rincorsa per intercettare i fondi Pnrr, che però di fatto ha appesantito anche le casse comunali: da qui a fine mandato dovremo spendere 49 milioni di euro per cofinanziamenti. Ne sono un esempio le ex Fonderie. Al tempo stesso, questi spazi non possono essere tutti riconvertiti a musei e sale espositive. Dovremmo trovare una destinazione di uso che possa essere anche redditizia. Che non siano però ristoranti o centri commerciali», conclude il sindaco.