Gazzetta di Modena

Modena

L’aggressione

Morsa alla testa dal dobermann, per l’Ausl il cane non è aggressivo. La vittima: «Colpa non sua, ma del proprietario»

di Manuel Marinelli

	La ferita alla testa di Sonia, a destra il dobermann Attila
La ferita alla testa di Sonia, a destra il dobermann Attila

La 53enne aggredita lo scorso 17 maggio mentre si trovava al distributore di benzina di Sant’Antonio di Pavullo: «La mia vita è cambiata, sono ancora sotto shock e stress post traumatico. Lui non si è mai palesato così come l’assicurazione, di cui aveva detto di essere in possesso»

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PAVULLO. «Il cane non presenta particolare aggressività, è vivace». Questa, in sostanza, la relazione del servizio veterinario Ausl sul dobermann che lo scorso 17 maggio aveva aggredito alla testa Sonia, una donna di 53 anni che si trovava al distributore di benzina di Sant’Antonio di Pavullo.

Cosa era succcesso

Lei e il compagno Alessandro erano fermi alla stazione di servizio con l’auto aperta quando il cane, libero dal guinzaglio, è piombato dentro il mezzo e ha aggredito la donna attirato, probabilmente, dai cagnolini della coppia adagiati sui sedili posteriori.

La relazione dell’Ausl
A distanza di poco meno di un mese, il servizio veterinario Ausl, dopo aver visitato il cane Attila e aver appurato le condizioni in cui viene tenuto il dobermann del proprietario della pompa di benzina, ha deciso: «L’animale non è aggressivo, rimane con il padrone. Per il proprietario è stata disposta una multa per mancata custodia, dovrà frequentare un corso comportamentale insieme al cane e tenerlo al guinzaglio con museruola».

La vittima ancora sotto shock
Nel frattempo Sonia, vittima dell’aggressione, è ancora provata dall’accaduto: «Fisicamente sto guarendo, la ferita alla testa ormai si sta cicatrizzando – racconta – Ma dal punto di vista psicologico lo shock è stato notevole. Tuttora fatico a dormire, non vado in auto da sola, ho paura e rivedo quella scena ogni volta che salgo in macchina. Sto anche andando da una psicologa, soffro di stress post traumatico. Quel che dispiace – spiega ancora la donna insieme al compagno Alessandro – è non aver ricevuto neanche una telefonata dal proprietario del cane. Non si è ancora palesata nemmeno la sua assicurazione, di cui aveva detto di essere in possesso. Motivo per cui, se non riceveremo nulla nei prossimi giorni, procederemo per vie legali».

La rabbia

Il sentimento di rabbia è tutto rivolto verso il proprietario, reo di non essersi, a detta della coppia «premurato neanche di chiedere come stavo. Mentre siamo felici che il cane non sia finito in un canile, ora abbiamo saputo che è in un recinto. È giusto così, l’errore è stato umano, semplicemente non si può lasciare libero un cane del genere». La coppia aveva in auto due cagnolini, ma questo «non può giustificare un attacco del genere comunque – continuano – Sui social ho letto commenti deliranti, sembrava quasi fosse colpa mia. Sì, c’erano due cani sui sedili posteriori quando il cane mi ha morso alla testa. Quindi è colpa mia? Tra l’altro sono due cani pacifici, non abbaiavano e non sono aggressivi per indole. Io e il mio compagno siamo amanti degli animali, non a caso ne abbiamo due da compagnia, ma riteniamo che vadano gestiti in un certo modo, non certo lasciati liberi come ha fatto il padrone del dobermann. Se non riceveremo comunicazioni, procederemo per vie legali denunciando l’uomo per lesioni colpose. Poi sarà il tribunale a decidere. La mia vita da quel giorno è cambiata, soffro di stress post traumatico, ho avuto anche forti reazioni allergiche proprio dovute allo stress. Fatico a dormire e non sto quasi mai da sola. Quel giorno non lo dimenticherò mai».