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Chiude la Trattoria Muzzarelli di Montagnana: anche Enzo Ferrari tra i clienti celebri

di Maria Vittoria Scaglioni
Chiude la Trattoria Muzzarelli di Montagnana: anche Enzo Ferrari tra i clienti celebri

Dal 1910 quattro generazioni si sono succedute nel locale sulla via Giardini: sono state le donne a farne la fortuna, a partire dal coraggio di nonna Dirce. La titolare Cecilia Nervilli: «Qui ci sono sempre state tradizione e passione, finisce la vita del locale ma mi auguro non la sua storia»

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SERRAMAZZONI. C’era una volta l’osteria di Montagnana, dove i viandanti che portavano i loro passi sulle strade polverose del primo Appennino, sostavano per un momento di ristoro. Un paio di salsicce sulla brace, un pezzo di salame da affettare grossolanamente, il pane e il vino buono del bisnonno Giovanni Muzzarelli. C’era una volta l’osteria, che durante l’ultima guerra ha conosciuto le divise tutte: gli ufficiali armati con le mostrine ben note che incutevano terrore, quelli che dovevano nascondersi, i soldati con un’uniforme troppo stretta e il cuore stanco.

Un locale che racconta una storia di famiglie

«Passano gli anni e nonna Dirce, fragile ma coraggiosa e con quella tenacia che è propria dell’umiltà – racconta Cecilia Nervilli, titolare – acquista la prima piccola stufa a gas e inizia a preparare ogni giorno qualcosa di nuovo. La sua cucina piace, e il sogno prende forma. Ora ha bisogno d’aiuto, e ci sono l’amica d’infanzia Francesca e mamma Olga. Ecco la trattoria, piatti semplici della tradizione più autentica». Per tutto quel lunghissimo periodo è stata un’azienda al femminile; il nonno Elio si occupava del negozio di alimentari. Entrò nell’impresa famigliare anche il papà, Fernando. «La sala e la cantina erano il suo regno, il rapporto con il pubblico il suo talento. Nel momento in cui ci ha lasciate, oltre al grande dolore, c’è stato un generale senso di smarrimento, nonostante il mio messaggio, nella continuità lavorativa, fosse “io ci sono”. La mia passione per la tradizione, per il tutto fatto in casa, il desiderio di riportare le ricette più antiche, se non addirittura dimenticate, insieme a qualche innovazione, hanno reso l’impegno ricco di soddisfazioni, un regalo grande insomma».

I piatti tipici della tradizione

Oggi Cecilia ripensa all’amore che i clienti hanno regalato ai suoi piatti: i tortellini in brodo di cappone fatti a mano, le stra-amate tagliatelle al ragù, gli gnocchi di patate saltati in padella con le fettine di lardo che preparava la mamma nonostante i suoi novant’anni, i tortelloni di ricotta e quelli di zucca. Per la tradizione nella tradizione, la chersenta con le uova strapazzate, i calzagatti fritti con uova al tegamino, i quadrettini in brodo con la terdura e i fegatini, la ricotta con gnocco e amarene fritte, le frittelle di baccalà e la “regina” zuppa inglese. «Tante generazioni si sono succedute ai nostri tavoli: bambini poi ritornati da adulti che mi raccontano come sono “diventati grandi” con i tortellini di Muzzarelli».

I clienti celebri e le rezdore

Tra gli ospiti di spicco, l’ingegner Enzo Ferrari, sempre il sabato a pranzo, i Nomadi, Mirella Freni, Alberto Angela, Gianfranco Vissani. «I miei clienti sono stati amici e famiglia, e tutti porto nel cuore; così come i ragazzi che si sono succeduti nel tempo per il servizio ai tavoli, tutti diversi, attori del “si va in scena”. Ultime e non ultime le mie rezdore che, una alla volta, per ragioni d’età, di stanchezza o altro, hanno deciso di lasciare. Il sostegno delle persone che hanno attraversato con assoluta dedizione e insieme a me quest’avventura tra i fornelli è stato la mia forza. Insostituibili. Si conclude così, perché con la tradizione non si riparte da zero, con la tradizione si può solo andare avanti; perché la tradizione richiede tempo e passione, non improvvisazione. Ora, questo distacco è un lutto. Dopo quattro generazioni tocca a me dire addio alla trattoria Muzzarelli: finisce qui la sua vita ma, mi auguro, non la sua storia».

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