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Il caso

Marcia per Gaza, anche un musicista modenese fermato al Cairo dalle autorità egiziane

Marcia per Gaza, anche un musicista modenese fermato al Cairo dalle autorità egiziane

Enrico Solieri, 45 anni, è stato rilasciato insieme ad altri 34 italiani dopo aver passato 14 ore in aeroporto: la manifestazione in sostegno del popolo palestinese è prevista domenica al valico di Rafah

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MODENA. C’è anche un modenese tra gli italiani che ieri sono stati fermati dalle autorità egiziane al Cairo, dove si sono recati per partecipare alla Marcia Globale per Gaza (Global march to Gaza). Una manifestazione in sostegno del popolo palestinese della Striscia, prevista domenica al valico di Rafah. Si tratta di Enrico Solieri, musicista di 45 anni, che è stato poi rilasciato insieme a 34 italiani (al contrario di altri sette connazionali che sono stati rimpatriati).

Le parole di Solieri

Lo conferma lo stesso Solieri, contattato dalla Dire: «Ieri sono stato 14 ore in aeroporto però alla fine siamo passati», dice. «Siamo stati circa quattro ore senza passaporto e altre nove ore chiusi in un paio di stanze o tre, almeno quelle di cui sono a conoscenza. E poi ci hanno rilasciato – è intervenuto il console – e ci hanno fatto entrare in città». Su Facebook, prima di raggiunge il Cairo, Solieri aveva pubblicato un messaggio: «Sto andando in Egitto per unirmi alla Marcia Globale per Gaza. Non porterò nessuna bandiera e non avrò alcun simbolo, sarò presente solo per la dignità umana, con la speranza di trovare la forza necessaria. Vi prego, tenete gli occhi su di noi».

Cos’è successo

Ieri, giovedì 12 giugno, l’Egitto ha bloccato diversi attivisti che intendevano partecipare alla marcia verso Gaza, impedendo loro di raggiungere il confine e sfidare il blocco israeliano sugli aiuti umanitari imposto alla Striscia. Un funzionario egiziano ha riferito che oltre 30 attivisti, perlopiù con passaporti europei, sono stati espulsi al loro arrivo all’aeroporto internazionale del Cairo negli ultimi due giorni. Gli attivisti, secondo la fonte, intendevano recarsi nel Sinai settentrionale «senza ottenere le autorizzazioni necessarie». Per attirare l’attenzione sulla crisi umanitaria a Gaza, i manifestanti avevano pianificato da mesi di percorrere domenica 48 chilometri attraverso la penisola del Sinai fino al confine egiziano con la Striscia, la Global March to Gaza, per «creare pressione morale e mediatica internazionale» per l'apertura del valico di Rafah e per la revoca del blocco che impedisce l'ingresso degli aiuti nella Striscia. Gli organizzatori hanno dichiarato in un comunicato di aver ricevuto segnalazioni secondo cui almeno 170 partecipanti alla marcia sono stati trattenuti o arrestati al Cairo. Hanno affermato di aver seguito le procedure stabilite dalle autorità egiziane, di averle incontrate e di averle esortate a consentire l'ingresso nel Paese dei partecipanti alla marcia: «Siamo pronti a fornire alle autorità egiziane qualsiasi ulteriore informazione necessaria per garantire che la marcia prosegua pacificamente come previsto fino al confine di Rafah», hanno affermato.

Il ministro Tajani

Anche il ministro degli esteri Antonio Tajani ha seguito da vicino la situazione degli italiani bloccati al Cairo: «Il consolato italiano è in contatto con gli italiani bloccati al Cairo – aveva spiegato arrivando alla riunione ministeriale Weimar Plus a Roma –. Il nostro consolato sta accudendo tutti gli italiani che sono stati bloccati e che devono partecipare a questa marcia verso Gaza che non è stata autorizzata. Sia l’ambasciata sia il consolato al Cairo sono in continuo contatto con i nostri concittadini».