Commozione a Palagano per l’addio a Carlo Forti
L’imprenditore è scomparso a 89 anni. Fondò la storica officina e rivendita di fuoristrada. «Cominciò da ragazzo modificando le vecchie Jeep Willys degli americani. Lascia un vuoto immenso».
PALAGANO. «A tutti vogliamo dire il nostro semplice ma sentito grazie, per lo straordinario affetto che hanno dimostrato nei confronti di nostro papà. Aveva tanti amici, e gli hanno voluto bene davvero fino all’ultimo».
C’è ancora commozione tra il figlio e le figlie di Carlo Forti per la partecipazione vista al suo funerale lunedì, 16 giugno, a Palagano e le manifestazioni di vicinanza che sono arrivate, e continuano ad arrivare, nei confronti di una figura conosciutissima sul territorio. Ha infatti fondato e gestito, assieme ai figli, la nota officina e rivendita di fuoristrada (e non solo) con storica sede a Palagano e per un periodo anche a Sassuolo. Aveva 89 anni: se l’è portato via in poche settimane una malattia inesorabile. Lascia la moglie Giuliana, le figlie Cristiana, Simona ed Enrica, il figlio Benedetto e gli altri parenti, a partire dagli adorati nipoti.
Forti per tutta la sua vita è stato un esempio di capacità di fare, tenacia e larghezza di vedute, anche a livello imprenditoriale, tanto da diventare poi presidente Lapam a Palagano. Una di quelle persone di una volta che sono partite dal niente, in un contesto più che mai difficile come quello della montagna devastata dalla guerra.
«Ha cominciato a lavorare come meccanico da ragazzo – ricorda commosso il figlio Benedetto, per tutti Benny – è stato tra i primi a ricondizionare le Jeep Willys lasciate dagli americani. Così giovane, era già capace di adattarle a mezzi agricoli e per la raccolta legna, nella montagna povera in cui non tutti potevano permettersi un trattore. Poi l’azienda è sempre cresciuta, siamo entrati tutti noi figli e siamo diventati anche importatori diretti dal Giappone e dall’Europa, con licenza del Ministero».
Oggi in officina a Palagano è rimasto Benny, le figlie hanno preso altre strade anche in altri ambiti, come Enrica che ha le redini della popolare locanda Cialamina, gioiello di turismo rurale. «In tutto quello che abbiamo fatto, abbiamo sempre avuto il papà come guida – nota Benny – è stato la nostra luce, il pilastro che ci indicava la strada, e noi figli abbiamo fatto sempre tesoro della saggezza di un uomo che aveva una profonda esperienza di vita. È stato lucido fino all’ultimo, il nostro faro fino alla fine: lascia un vuoto enorme».