Mancano infermieri per l’estate: «Modena perde 294 posti letto negli ospedali, Reggio 151»
L’allarme lanciato dalla Cisl: «Impossibile sostituire il personale che va in ferie, tra Policlinico e Baggiovara ci sarà un taglio del 21% e nelle strutture dell’Ausl del 10%»
MODENA. Un dato allarmante per l’estate ormai alle porte. Secondo i dati di Cisl nella sanità a Modena (tra Ausl e Azienda ospedaliero universitaria) ci sarà un taglio di 294 posti letto, 151 a Reggio.
«La sanità pubblica è come un’auto costretta a viaggiare con un motore costantemente fuori giri per riuscire a stare in strada e portare faticosamente l’equipaggio alla meta – spiega Cisl –. L’equipaggio è l’intera cittadinanza che ha bisogno come l’aria di sapere ben protetta la salute pubblica, per la quale si pagano profumatamente le tasse. Il motore sono i lavoratori – medici, infermieri, oss, tecnici di laboratorio – costretti a turni estenuanti, intrappolati nel girone delle “prestazioni aggiuntive”, un termine super tecnico che è bene spiegare ai cittadini: sono altre ore di lavoro che si sommano al normale turno e agli straordinari».
Uno dei problemi principali sono gli infermieri: «Ingranaggio fondamentale per il motore della sanità pubblica. In totale a Modena in Ausl e nell’Azienda ospedaliero universitaria (Policlinico e Baggiovara) e a Reggio in Ausl mancano la bellezza di 1.260,32 infermieri».
Considerando che per gestire un classico reparto ospedaliero da 20 posti letto servono 12 infermieri «è come se, a causa del sotto organico, fossero stati tolti 105 reparti tra Modena e Reggio o, se preferite, 2.100 posti letto».
«Questo è il prodotto del blocco delle assunzioni stabilito in Regione che è stato per anni un dogma – spiega Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale –. Un danno cui andrebbe posto rimedio con adeguati progetti assunzionali a medio-lungo termine che solo la Regione può mettere in cantiere e che solo le aziende territoriali hanno la forza di sostenere, portando la loro esperienza gestionale. Tra un appello e l’altro per la difesa della sanità, è da qui, dalla pesantezza di questo numero, che bisogna ripartire. Per programmare, investire, per invertire una tendenza che senza correttivi sarà sempre più ingestibile. Da un lato i professionisti non ce la fanno più e lasciano la sanità pubblica. Si aprono nuovi servizi e contenitori, ma sono sempre gli stessi infermieri ad essere movimentati da un posto all’altro. Dall’altro lato, la pressione della Comunità che chiede di essere curata adeguatamente è fortissima e aumenterà sempre più. Basta guardare i grafici con i dati sull’invecchiamento della popolazione. La risposta non può essere il galleggiamento», aggiunge Ferrara.
Voragine ferie arretrate
«Vediamo se così il concetto è più chiaro – prosegue Cisl –: alla fine del 2024 gli infermieri dell’Ausl di Modena avevano una media (attenzione: una media) di 59,31 giorni di ferie residue. Arrotondiamo: due mesi di ferie da smaltire accumulate in due anni. Ferie che non si possono fare perché se gli infermieri esercitassero questo diritto si inchioderebbero gli ospedali e i servizi».
Quello di Modena è il numero peggiore, ma anche a Reggio non si scherza: 44.58 giorni di ferie residue per gli infermieri dell’Ausl, dato quasi identico a quello dei loro colleghi dell’Azienda ospedaliero universitaria (44.21).
Boom straordinari
Sono 350.000 le ore di straordinario che sono state pagate in totale nel 2024 dall’Ausl di Modena (80mila ore), dall’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena (120mila ore) e dall’Ausl di Reggio Emilia (150mila).
«Attenzione: queste sono le ore pagate, poi ci sono quelle eseguite e che dovrebbero essere compensate con riposi che non si potranno mai ottenere, perché manca il personale – evidenzia Cisl –. La ciliegina sulla torta l’ha posta la circolare ministeriale che ha imposto altre 40 ore di formazione obbligatoria da svolgere entro l’anno».
«Pacche sulle spalle»
«Di fronte a tutto ciò, non ci si può fermare alla pacca sulla spalla: “grazie mille ragazzi, ottimo lavoro, siete i nostri eroi e bla bla bla”».
Cisl invita a una riflessione accurata: «Questi infermieri hanno figli come tutti noi, hanno anziani da accudire come noi, hanno una vita privata che viene sacrificata per garantire il diritto alla salute alla Comunità. E qui viene avanti un altro numero impressionante: la mancanza cronica di personale non permette di sostituire i colleghi che hanno bisogno di staccare per un giorno di permesso, per un infortunio, per una malattia. Un meccanismo infernale che si autoalimenta: “Sono sempre in prima linea, mi logoro e vado in burnout, ad un certo punto sono costretto a fermarmi, sapendo che dietro di me non c’è chi può prendere il mio posto”».
È così che Cisl spiega il picco di giorni di assenza di tutto il personale dell’Ausl di Reggio (152,32 giorni), seguito da Ausl Modena (113,64 giorni) e Aou (96,13 giorni).
Problema estate
Le cose si complicano nel periodo estivo. Manca il personale infermieristico per sostituire chi va in ferie, così come si riduce il numero di medici a disposizione.
Nel 2024 venne tagliato il 10% dei posti letto negli ospedali di Baggiovara e al Policlinico. Nell’estate 2025 i posti si ridurranno del 21%, vale a dire che saranno tagliati 231 posti letto. In Ausl a Modena salteranno 63 posti, il 10% del totale. La stessa percentuale registrata nel bacino Ausl di Reggio: qui salteranno 151 posti letto. Totale: nelle due province i cittadini avranno 445 posti letto in meno durante l’estate, a causa della mancanza di personale.
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