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L’intervista

Vignola, Smeraldi fa 70 anni e medita il ritorno: «Non escludo un terzo polo»

di Manuel Marinelli

	Mauro Smeraldi, ex sindaco di Vignola
Mauro Smeraldi, ex sindaco di Vignola

L’ex sindaco ripercorre la sua carriera e guarda al futuro: «Siamo fedeli al civismo»

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VIGNOLA. «Elezioni? Non escludo il ritorno». Chissà se quando ci risponde al telefono dalla sua Lerici, Mauro Smeraldi ha già soffiato sulle 70 candeline...

Giovedì 19 giugno l’ex sindaco e assessore di Vignola, oltre che notaio, ha compiuto gli anni, ed è stata anche l’occasione, vista la cifra tonda, di un’ampia riflessione su passato, presente e soprattutto futuro. Già, il futuro. Nel 2026 sarà di nuovo tempo di elezioni a Vignola, e Smeraldi, ovviamente, è già al lavoro con la sua “Vignola cambia”.

«Niente partiti, di sinistra e di destra, vogliamo costruire una terza via, siamo fedeli al civismo. Il candidato? Non escludo nulla, vedremo».

Smeraldi, partiamo dagli inizi. Quando è nata la passione per la politica?

«Ai tempi del liceo, con il movimento studentesco all’Allegretti di Vignola insieme all’amico Stefano Tondi. Fu una grande esperienza, molto formativa. Erano i tempi del grande Mario Capanna, c’era molta più partecipazione e il clima era diverso, eravamo degli estremisti. Noi eravamo davvero in contatto con gli operai, come chiede ora Landini... incontravamo gli operai della Sipe e dell’Italcementi, grazie anche a qualche professore più aperto. Insomma, bei ricordi».

Poi gli inizi come notaio, fu uno dei più giovani in Italia?

«Sì, avevo 29 anni, era il 1984 ed ero tra i più giovani in Italia. Con l’avvio della carriera ho dovuto comprimere un po’ l’impegno politico per lavorare, poi, appena ho raggiunto la pensione, sono tornato alla carica. E lo stesso anno siamo riusciti a vincere le elezioni con una coalizione prevalentemente civica. Poi, purtroppo, la giunta è caduta. È stato un gran peccato perché tutto aveva funzionato bene fino a quel momento».

Di cosa va più fiero di quel mandato?

«L’aver riavvicinato i cittadini alla cosa pubblica, con uno statuto, di democrazia diretta che prevedeva un vero coinvolgimento della gente nella politica, tra assemblee e bilancio partecipato, una novità assoluta per Vignola. Ci siamo anche affiancati con il professor Morrone dell’Università di Bologna, che ha tenuto un seminario sul nostro caso per i suoi studenti. Nello statuto erano previsti anche i referendum, di vario tipo e tutti senza quorum. Di questi tempi non è facile coinvolgere la cittadinanza... il quorum non ha più senso. A tal proposito un bel referendum si poteva fare anche sulla Coop di Vignola...».

Ecco, a proposito della Coop. A distanza di anni la ferita è rimasta aperta sul caso che fece cadere la sua amministrazione?

«Come dicevo dispiace che la giunta sia caduta perché le cose funzionavano bene. Fu più una questione ideologica che legata esclusivamente a quella questione specifica. Mi dispiace che qualcuno abbia cambiato idea quando prima, invece, era d’accordo. Noi comunque, insieme all’architetto Gianferrari avevamo fatto una variante agricola portando da edificabili ad agricoli circa 11 ettari di terreno proprio per consentire l’insediamento della Coop di 2 ettari. Questo non lo dice mai nessuno, ma è così».

Passato, presente e futuro. Ha intenzione di scendere nuovamente in campo il prossimo anno per le elezioni?

«Stiamo lavorando. Abbiamo già comunicato al Partito democratico, in un incontro con l’allora segretario provinciale Stefano Vaccari (ora consigliere regionale, ndr), che “Vignola cambia” non appoggerà un loro candidato. La nostra idea è quella di creare una via alternativa, una coalizione interamente civica senza partiti. Ci siamo stancati sia del Centrosinistra che del Centrodestra. Se ci sarò io come candidato sindaco? Vedremo, non escludo il ritorno. Ma al momento non voglio sbilanciarmi troppo. Stiamo lavorando per offrire un’alternativa civica e credibile ai vignolesi. L’obiettivo è questo. Poi si vedrà».

Come ha festeggiato il suo 70esimo compleanno?

«Ora sono al mare a Lerici con la mia famiglia. Mi sto rilassando, qui c’è decisamente meno caldo che a Vignola...».

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