Gazzetta di Modena

Modena

Ambulanze, tempi di intervento troppo lunghi: ecco quanto aspetta chi ha bisogno di soccorso

di Luca Gardinale
Ambulanze, tempi di intervento troppo lunghi: ecco quanto aspetta chi ha bisogno di soccorso

La denuncia di Antonio Platis e Pietro Vignali (Forza Italia): a Modena la media è di 11 minuti, 3 in più del limite previsto, a Carpi e Vignola servono 9 minuti, a Formigine e Mirandola si sale a 11, a Sassuolo 12 e a Castelfranco 13. E in Appennino l’attesa «è ancora più drammatica»

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. Carpi e Vignola potrebbero fare meglio, ma non va nemmeno malissimo, così come a Pavullo. Va peggio a Modena, Formigine e Mirandola, per non parlare di Sassuolo e Castelfranco. Al centro ci sono i tempi di arrivo delle ambulanze del 118 sul territorio provinciale. Tempi che per tutti i Comuni principali, da Modena a Pavullo, non vengono rispettati. A fare luce sul problema sono il vicecoordinatore regionale di Forza Italia, il modenese Antonio Platis, e il consigliere regionale “azzurro” Pietro Vignali.

I tempi di arrivo delle ambulanze

Partendo dai numeri, che riguardano il trimestre febbraio-aprile 2025, la premessa è che per legge l’ambulanza del 118 dovrebbe raggiungere le aree urbane in 8 minuti e quelle extraurbane in 20. Ebbene, a Carpi e a Vignola le ambulanze sforano di un minuto, a Pavullo di due, mentre nel capoluogo il 118 impiega mediamente 11 minuti per raggiungere il paziente, così come a Mirandola e a Formigine, per passare al 12 di Sassuolo e i 13 di Castelfranco. In tutti questi centri urbani, insomma, non vengono rispettati i parametri di legge. «Altro che tagli, sul sistema di emergenza-urgenza servono investimenti in uomini, mezzi e rete - attacca Platis - la norma è chiara: in area urbana il 118 deve raggiungere il paziente entro 8 minuti. Eppure, neanche a Modena città, dove esistono due ospedali, questo standard viene rispettato. Tempi troppo stretti? A Piacenza ci riescono, mentre qui siamo ben oltre i tempi previsti dalla legge. Eppure c’è ancora chi, tra i dirigenti sanitari, giustifica l’ingiustificabile». La situazione, fa notare Platis, «è ancora più drammatica nelle aree montane: Frassinoro, Riolunato, Palagano, Prignano e Lama non rispettano nemmeno il generoso parametro regionale dei Lea che prevede interventi in 18 minuti medi. Chi vive o villeggia lì è forse un cittadino di serie C?».

Il calcolo dei tempi d’intervento

Sul banco degli imputati finisce il metodo con cui vengono monitorati i tempi d’intervento. «Ricordate quando nessun modenese riusciva a prenotare una visita ma per la Regione l’Ausl di Modena risultava nei tempi? Bastava non aprire le agende – attacca ancora il vicecoordinatore “azzurro” – ora accade qualcosa di simile sul 118: la legge parla di intervento entro 8 minuti per ogni emergenza in area urbana e 20 in extraurbana. La Regione, però, ha deciso di monitorare solo i codici rossi e calcolare una media di 18 minuti su tutta la provincia. E si considera “arrivato” il soccorso, a prescindere da chi c’è. Se su un incidete con politraumi arrivano i volontari, il tempo di intervento viene “fermato” in quel momento. Non quando arriva l’elisoccorso o l’automedica. In questo modo, gli esiti appaiono molto più positivi e vogliono far credere ai cittadini che siamo i migliori d’Italia. Soprattutto non si possono usare questi dati per tagliare la rete dell’emergenza-urgenza in provincia, prendendo per il naso la popolazione e i sindaci».

Il dg dell’Ausl nel mirino

Nel mirino anche la gestione del dg Altini: «È tra i principali fautori dei Cau, che ora vengono smantellati dallo stesso Pd dopo appena un anno. Se è venuto qui per tagliare i servizi evitando sistematicamente di convocare le Ctss e moltiplicando le riunioni di distretto per non far sapere le scelte della pianura alla montagna e viceversa, si sbaglia di grosso. A Modena ci sono un’infinità di inefficienze e di privilegi, può iniziare da lì. Altro che chiudere Pronti soccorso, postazioni 118 o appaltare altre ambulanze al volontariato. Il suo compito è tutelare la salute pubblica, non affossarla».