Morto a 44 anni Giovanni Gigliano: «Era il barista di tutti, ci mancherà»
Aveva lavorato al Caffè del Teatro di Fiorano e prima nel suo pub a Formigine, il Woodrof. Una collega: «Era impossibile non volergli bene. Nessuno di noi lo ha mai visto arrabbiato, e ha lasciato a tutti solo il meglio che poteva dare. Sempre disponibile, sempre dolce»
FIORANO. Dicevano che fosse l’unico barista della zona che non si era mai visto arrabbiato. Neanche una volta. Né per un caffè rovesciato, né per una comanda sbagliata, né per quelle mattine in cui il mondo entra storto dalla porta, e nessuno ti dice nemmeno buongiorno. Lui sì.
Chi era
Giovanni Gigliano aveva il dono raro della presenza gentile. Uno di quelli che stanno dove serve senza farsi notare, ma che se mancano, te ne accorgi. Eccome. Aveva 44 anni, ne avrebbe compiuti 45 tra poco, a luglio. La sua è stata una morte improvvisa, veloce, che ha lasciato dietro di sé una città intera a corto di fiato e piena di silenzi. Per anni è stato visto dietro il bancone del Caffè del Teatro, a fianco del teatro Astoria, a Fiorano. Prima ancora aveva gestito un pub tutto suo a Formigine, il Woodrof. Era una presenza fissa: una tazzina tra le dita, il sorriso sempre stampato in volto. Ma era anche un poeta: ha infatti pubblicato alcune raccolte di poesie e girato diversi caffè e festival letterari.
Il ricordo
Lo ricordano tutti così. «Gio non era solo un collega, era un amico vero – racconta Claudia, ex collega che con lui ha condiviso tantissimi ricordi dietro il bancone di quel bar, nel lontano 2013, e che ora, col cuore pesante, li racconta uno a uno – Era un’anima bella. Aveva iniziato a lavorare con noi più dieci anni fa, ormai, e ci ha lasciato una marea di allegria. Suonava come dj alle serate di festa nel locale, ballava sempre tra i tavoli, e aveva una risata contagiosa. Era impossibile non volergli bene - sono ancora le parole di Claudia - Nessuno di noi lo ha mai visto arrabbiato, e ha lasciato a tutti solo il meglio che poteva dare. Sempre disponibile, sempre dolce. Ora, è un momento difficilissimo per tutti noi che lo abbiamo conosciuto, e ancora di più per la sua famiglia». «Non è giusto - aggiunge con amarezza raccontando dell’amico che non più - se ne è andato troppo presto, troppo in fretta. Nessuno ancora vuole crederci: sono momenti di grande dolore».
Le parole del sindaco
Giovanni aveva smesso da qualche anno di lavorare al Caffè del Teatro. Si era spostato, trasferito a Sassuolo, e aveva deciso di mettersi in gioco in un altro campo lavorativo. Ma tutti, a Fiorano, continuavano ad associarlo a quel locale. A quel bancone. Ed è proprio così che lo ricorda anche il sindaco fioranese, Marco Biagini, che con lui aveva un rapporto semplice, quotidiano, ma affettuoso: «Non eravamo amici stretti, ma era una figura familiare, sempre presente - afferma - Era una persona solare, di cuore. Quando ha cambiato lavoro ci siamo dispiaciuti in tanti. Era una presenza positiva, che trasmetteva allegria. Si era fatto volere bene, e adesso siamo tutti increduli: perchè questa è una perdita grandissima e ingiusta», conclude con queste sentite parole il primo cittadino Biagini. Per chi volesse dargli un ultimo saluto, i funerali si terranno oggi, alle ore 15, nella chiesa di Madonna di Sotto, a Sassuolo. Giovanni lascia sua moglie Eleonora, la sorella e l’amata nipote, insieme a un vuoto incolmabile a Fiorano, cittadina a cui era tanto legato. E lei a lui.