Gazzetta di Modena

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La scomparsa

Muore un mese dopo la moglie: addio al veterinario Antonio Nadini

di Daniele Montanari

	Il veterinario Antonio Nadini, scomparso a 80 anni
Il veterinario Antonio Nadini, scomparso a 80 anni

Per una vita ha curato gli animali di tutti a Montese: «Partiva di notte con la neve»

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MONTESE. Se ne va neanche un mese dopo la moglie, a cui era legatissimo. Uniti nella vita e anche nella morte, Antonio Nadini e Graziella Giusti.

Legati dal destino
Lei, storica maestra del paese, si è spenta il 30 maggio a seguito di un malore improvviso. Lui l’ha accompagnata straziato al funerale e poi non ha retto: la malattia che aveva scoperto da poche settimane, dopo la scomparsa della moglie è peggiorata con una velocità impressionante. E mercoledì 25 alla mattina si è spento della sua casa, a 80 anni. I figli Guerrino e Raffaele hanno così perso entrambi i genitori nel giro di neanche di un mese. Antonio lascia anche il fratello Carlo, che vive a Monteorsello (Guiglia), di dov’è originaria la famiglia. Venerdì 27, alle 20 il rosario, presso la camera ardente allestita alla Cra di Montese. L’ultimo saluto sarà sabato alle 10 presso l’oratorio della Beata Vergine del Poggio. Poi la salma verrà condotta a Modena (onoranze Ferroni e Salomoni) per la cremazione. Il suo ultimo desiderio è stato quello di essere seppellito nello stesso loculo dove un mese fa ha accompagnato la moglie.

Figura storica
Come Graziella, anche Antonio Nadini era una figura conosciutissima a Montese, dove ha fatto il veterinario per una vita. Veterinario di quelli di una volta, che correva da una parte all’altra – di giorno e di notte, col sole e con la neve – per tenere dietro alle bestie in un contesto che era tipicamente contadino: le mucche una volta non erano concentrate come adesso in pochi grandi stalloni, ma diffuse in piccoli numeri presso tante abitazioni, dove assicuravano una parte importante della sussistenza. Era arrivato da Monteorsello per sostituire il vecchio veterinario, e si gettò a capofitto nel mestiere.

Il ricordo dei figli
«All’inizio alloggiava nell’Albergo Belvedere – ricordano Guerrino e Raffaele – e la reception praticamente gli faceva anche da segreteria: la gente chiamava e gli diceva che aveva bisogno per questo o quell’animale. Lui delle volte non aveva neanche il tempo di arrivare che ripartiva subito, quando sentiva che c’era un’urgenza. Poi prese casa con la mamma, e tante volte anche lei gli ha fatto da segretaria: la gente chiamava a casa per dire che aveva bisogno. E lui è sempre corso, in ogni situazione». Allora peraltro gli inverni erano molto diversi: la neve arrivava per davvero: «Lui – continuano nei ricordi – partiva con la sua Diana 2 cavalli e con le ruote strette riusciva ad arrivare dappertutto. Erano gli anni da libero professionista: di giorno o di notte, per un parto o una malattia, lui era sempre in giro. Poi con il tempo il lavoro da veterinario Ausl è cambiato, gli allevamenti sono cambiati. Ma lui ci ha messo sempre la stessa passione».

La passione per il tartufo
L’altra sua grande passione, da più di 40 anni, era la caccia al tartufo, con i suoi adorati cani: «Se non lavorava, era sempre in giro con i cani. Sempre con le tute marroni da lavoro». A 65 anni, ha avuto anche il coraggio di fare il suo primo lancio dal paracadute, grazie al figlio Raffaele che è tenente colonnello dell’esercito: «Gli abbiamo fatto una foto mentre saluta prima di alzarsi in cielo: è così adesso che lo ricordiamo» chiosano i due fratelli.