Pediatra a Modena da più di trent'anni, la denuncia della dottoressa Scalera: «Mi hanno pensionata senza avvisarmi»
Lavorava in città dal 1992: sono oltre mille i suoi pazienti. «Sono stata informata proprio dai genitori dei miei pazienti, avrei voluto proseguire tramite il decreto "Milleproroghe"»
MODENA. Con «numerosissimi messaggi e telefonate di preoccupazione e disorientamento» i genitori dei suoi pazienti la informano di aver ricevuto, il 26 giugno, un messaggio da parte dell’Ausl di Modena sul loro Fascicolo Sanitario, in cui vengono invitati «se non l’avessero già fatto a scegliere un nuovo pediatra».
Ed è stato così che Elisabetta Scalera, pediatra di libera scelta dal 1992, ha ricevuto comunicazione del suo pensionamento.
L’anno scorso, la dottoressa Scalera aveva inviato all'Ausl di Modena una comunicazione tramite pec in cui riferiva la propria disponibilità a rimanere in servizio oltre il limite di età, come previsto dal Decreto Milleproroghe.
La denuncia
«Nell’agosto del 2024 ho ricevuto una risposta interlocutoria – spiega la nota professionista modenese –: la decisione mi sarebbe stata comunicata dopo il marzo 2025». In attesa di un riscontro definitivo che non le sarebbe mai arrivato, ha continuato a svolgere la sua attività di pediatra di libera scelta. «Ad una domanda lecita, come era la mia, era corretto rispondere, ma così non è stato. Evidentemente, non rientra tra le priorità dell’Ausl di Modena trattare non dico con gentilezza, ma con banale educazione, una professionista che ha sempre fornito un servizio di qualità come riconosciuto, non solo dai pazienti, ma dagli stessi referenti».
I messaggi
Pochi giorni fa, a scriverle ed a chiamarla sono stati alcuni dei genitori che, fino a quel momento, alle sue cure avevano affidato i propri figli. Hanno definito “traumatico” il modo in cui «hanno appreso il termine della mia attività convenzionata, ma la responsabilità non è mia».
«C’è stata una profonda mancanza di rispetto da parte dell’Ausl sia nei miei confronti che dei miei assistiti. Avrei avuto premura di informarli personalmente se avessi avuto contezza della data» del pensionamento. Nonostante questo Elisabetta Scalera continuerà a lavorare privatamente nel suo studio, mantenendo anche «gli stessi recapiti telefonici. Mi dispiace molto non poterlo più fare in ambito pubblico, perché faccio parte di quella generazione di medici che è cresciuta nella Sanità Pubblica e in essa ci ha sempre creduto».
I numeri
Inoltre, «avere un pediatra di fiducia non a pagamento è un diritto di tutti i bambini», soprattutto qualora presentino problematiche di salute complesse e se i loro familiari non possono permettersi di sostenere i costi per visite mediche a pagamento. «Nella realtà modenese, i pediatri di libera scelta ad oggi, me compresa, sono 22», continua Scalera. Tuttavia, «si contano con le dita» quelli che «hanno posto», ovvero che non risultano avere in carico un numero di pazienti tale da avere raggiunto il massimale: «il diritto di scelta è parte fondante del diritto alla salute» e «ridurre il numero dei pediatri, a mio avviso, stride» con questo stesso diritto.
La denuncia
«A Modena ci sono pediatri con poche scelte. Io vengo pensionata d'ufficio non per lasciare spazio a nuovi colleghi», ma affinché vengano ridistribuiti «i miei pazienti», «costringendo, di fatto, i genitori ad una scelta forzata. Centinaia di genitori mi hanno detto che continueranno a venire da me in libera professione. Nella mia esperienza la conoscenza e la competenza sono importanti per la scelta del medico, ma non bastano».
Infatti, tra le diverse riflessioni che questa vicenda ha stimolato nella dottoressa Scalera, una riguarda il rapporto di fiducia che si instaura tra il medico ed il paziente, così come quello «più complesso e delicato tra genitore e pediatra». Elemento «fondante è la disponibilità, la certezza che se necessario e quando necessario il proprio medico c’è».