Il nuovo questore di Modena: «Droga, immigrazione, criminalità giovanile, ecco come la penso»
Lucio Pennella arriva da Ravenna e succede a Donatella Dosi: «Lo spaccio si diffonde se c’è mercato, migrare è un diritto ma sta alle istituzioni accogliere queste persone in maniera giusta, nei parchi servono vita e iniziative. Militarizzazione della città? Non sempre è una cosa positiva»
MODENA. Lucio Pennella, nuovo questore di Modena, si presenta alla città. Entrato in carica ieri – martedì 1 luglio – arriva dalla Questura di Ravenna e succede a Donatella Dosi, che ha terminato il mandato per pensionamento. Nato a Foggia nel 1966, Pennella è entrato in polizia nel 1984. Laureatosi in giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma, è diventato vicecommissario nella questura di Bari nel 1989, per poi prestare servizio alla Digos come vice dirigente. È questore dal 2021, prima a Teramo e dal 2023 a Ravenna.
Prime impressioni e primi incontri
«Sono fiero e onorato di essere stato scelto per garantire la sicurezza dei cittadini modenesi. I nostri uffici saranno sempre aperti e pronti ad ascoltare le esigenze di tutti. Modena è uno snodo importante – dice in conferenza stampa – presenta una situazione interessante e governabile. Ha un tessuto sociale molto attivo ed è composta da persone che hanno voglia di lavorare e sacrificarsi. L’operato della collega che mi ha preceduto è molto positivo, continueremo su questa strada cercando, per quanto possibile, di migliorarci». La prima cosa che farà da questore sarà «incontrare il prefetto e il sindaco (lo ha fatto ieri, ndr) per capire quali sono le criticità da affrontare in via prioritaria e ci metteremo subito al lavoro per cercare di arginarle. Non bisogna esasperare la situazione ma neanche minimizzarla».
Spaccio, immigrazione e devianza giovanile
Pennella si sofferma sui tre temi prioritari indicati dall’ex questore Dosi nella conferenza stampa di congedo: spaccio, immigrazione irregolare e devianza giovanile. «Se ognuno fa la sua parte, – sottolinea – senza strumentalizzare queste problematiche, si possono affrontare e risolvere. L’immigrazione, ad esempio, non si può eliminare: il diritto di migrare esiste. Sta però alle istituzioni accogliere queste persone nella maniera giusta, per fare in modo che non vengano abbandonate e non delinquano. Lo spaccio, invece, prolifica laddove vi è mercato. Il consumo di stupefacenti riguarda tutti i ceti sociali. Dobbiamo lavorare quindi su entrambi i lati: in primis sulla lotta alle organizzazioni criminali che alimentano il mercato, e in seconda battuta cercando di dissuadere le persone al consumo. Anche creare bacini culturali è importante per una città. Dove c’è cultura non c’è illegalità: se nei parchi creiamo iniziative, gli spacciatori non frequenteranno quell’area e i cittadini potranno riappropriarsene».
Il numero di agenti e il tema Questura
Sulle richieste giunte dai cittadini di un aumento del presidio da parte delle forze dell’ordine, il questore commenta: «Se ci saranno situazioni che richiederanno rinforzi interverremo. La militarizzazione del territorio non è però sempre una cosa positiva. Lo dobbiamo fare, ma la gente che deve uscire tranquillamente e non può vedere solo divise». Pennella, incalzato dai giornalisti, interviene sull'eventuale passaggio della Questura in fascia A: «È un dibattito che lascia il tempo che trova e nel quale preferisco non entrare. Io ciò che chiedo è la massima professionalità dei miei colleghi, voglio vedere agenti che escano con la voglia di lavorare e di fare qualcosa di buono per le persone. Ai ragazzi giovani che hanno la fortuna di fare questo lavoro, io chiedo solo di mettere davanti a tutto il bene dei cittadini. Io nella mia esperienza non ho ricordo di successi personali, solo di ciò che ho dato alla collettività».