Cadde dalla sedia durante il trasporto lungo le scale e morì: il volontario rischia il processo
L’incidente è accaduto a Sassuolo a novembre dello scorso anno, con la donna di 66 anni finita in coma e morta un mese dopo: per la Procura non ci sono responsabilità, ma le figlie si sono opposte alla richiesta di archiviazione
SASSUOLO. Volontario, rischia di andare a processo con la pesantissima accusa di omicidio colposo, per l’incidente accaduto durante un servizio che doveva essere a fin di bene, per cercare di dare un pomeriggio più sereno a una signora che aveva problemi a muoversi.
L’incidente
È una vicenda sicuramente particolare nella sua dinamica, che porta a quanto accadde a Sassuolo a fine novembre 2024. Quel giorno era giunto a casa della signora, una 66enne italiana, il volontario di un’associazione che aveva organizzato un pomeriggio di socializzazione per persone della terza età. La signora aveva difficoltà nel camminare, e per questo il volontario, un uomo anche lui italiano, la stava aiutando a scendere le scale con un’apposita seggiolina. Nella prima rampa di scale era andato tutto bene, nella seconda è successo l’incidente: la signora è caduta dall’ausilio sui gradini delle scale, riportando traumi in diverse parti del corpo, dalla testa alle gambe. Il volontario ha subito dato l’allarme, è arrivato il 118 e la signora è stata portata all’ospedale di Sassuolo. Qui le sue condizioni si sono rivelate subito molto gravi e in progressivo peggioramento, tanto da condurre la 66enne in coma. Non si è mai ripresa, e il 26 dicembre si è spenta in ospedale. Uno strazio per le sue due figlie, che erano molto legate a lei.
L’indagine
A seguito del decesso, per quanto accaduto il volontario che stava effettuando il trasporto è finito indagato dalla Procura di Modena con un’accusa pesantissima: omicidio colposo. L’ipotesi insomma era che ci fosse stata una negligenza dell’operatore nella fase di trasporto con l’ausilio, che ha causato la caduta, con le sue tragiche conseguenze. Sono state fatte le indagini, al termine delle quali però il pm Paola Campilongo non ha ravvisato estremi di colpa, chiedendo l’archiviazione del caso. Le figlie della signora però si sono subito attivate prendendo un avvocato, Fabiola Proietti Coraggi di Sassuolo, che ha raccolto elementi a sostegno della responsabilità specifica del volontario nella caduta, e ha quindi presentato istanza di opposizione all’archiviazione. È stata discussa ieri mattina in tribunale a Modena davanti al giudice Andrea Scarpa. A difesa dell’accusato, l’avvocato Fabio Fossati di Genova, che ha ribadito la tesi della non colpevolezza. Il giudice ha ascoltato le motivazioni di entrambe le parti e poi si è preso un mese di tempo per effettuare tutte le valutazioni del caso, e stabilire quindi l’archiviazione o il rinvio a giudizio del volontario. come chiedono con forza le figlie della signora per poter approfondire in dibattimento tutti gli aspetti della tragedia e capire se si è fatto il necessario per evitarla.
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