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Strage di Corinaldo, Andrea Cavallari in fuga da giorni dopo la laurea. Parla il patrigno: «Dovevano dargli la scorta»

Strage di Corinaldo, Andrea Cavallari in fuga da giorni dopo la laurea. Parla il patrigno: «Dovevano dargli la scorta»

Il 26enne di Bomporto è uno dei componenti della "banda dello spray": ha lasciato il carcere della Dozza per laurearsi all’Università di Bologna ma poi non è più tornato in cella

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MODENA. «Si era meritato questa fiducia. Ma la scorta ci voleva. Andrea noi ti aspettiamo a braccia aperte, torna sui tuoi passi». È il patrigno di Andrea Cavallari – il 26enne di Bomporto, componente di quella “banda dello spray” che nella notte tra il 7 e l’8 dicembre di sette anni fa provocò la morte di sei persone alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo – a lanciare l’appello nei confronti del figliastro, di cui non si hanno notizie da giovedì scorso, giorno in cui ha lasciato il carcere della Dozza per laurearsi all’Università di Bologna senza più fare ritorno in cella. Al ristorante, per festeggiare, c’era anche lui. Che mai avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe poi successo qualche ora seguente.

Le parole del patrigno
«La giornata era proceduta per il meglio, c’era stata la discussione e poi la proclamazione – racconta – Non ricordo esattamente il voto, non ero presente alla cerimonia, li ho raggiunti per il pranzo, al ristorante The Man and The Sea in via Righi a Bologna. Andrea era allegro, spensierato. E anche in famiglia erano tutti molto soddisfatti. A lui sarebbe piaciuto molto lavorare in quel settore, per il suo futuro sarebbe era un giorno davvero importante». La laurea triennale, un obiettivo prefissato e poi raggiunto.

La laurea poi la sparizione
Un traguardo che per il 26enne avrebbe potuto significare rinascita, ripartire da capo con un buon titolo di studio una volta uscito dal carcere, probabilmente, grazie alla buona condotta, anche nel giro di un paio d’anni o giù di lì. Poi, lo sprofondo, di nuovo, nel buio: la fuga, il mancato rientro in carcere. E così tutti si complica.
«Come detto il clima era disteso, poi al termine del pranzo ci siamo salutati. Gli accordi erano chiari: alle 18 il giovane sarebbe tornato a casa e con la mamma avrebbe raggiunto il carcere della Dozza. Ma non abbiamo saputo più niente» continua. Il 26enne, secondo quando ricostruito, è in fuga con la fidanzata storica che «non era presente al ristorante, né alla proclamazione. La ragazza è andata a trovarlo una volta in carcere, non la conosco direttamente ma suppongo sia la stessa di quando Andrea era libero».

Un allontanamento, una fuga che pare fosse stata pensata tempo prima. Quando Andrea era a pranzo con i parenti probabilmente aveva già ben chiaro nella sua testa quali sarebbero state le sue prossime mosse. E così, in modo insospettabile, ha eseguito il piano, raggiungendo la fidanzata e dando inizia a una fuga che, al momento, non ha lasciato per strada dettagli utili alle ricerche.

Cavallari aveva raggiunto Bologna in autonomia, ovvero senza scorta. Il giudice, in virtù della buona condotta del giovane in cella, aveva disposto un permesso speciale. E così Cavallari si è presentato in via Zamboni, a palazzo Malvezzi, come uno studente qualsiasi, libero e senza agenti della polizia penitenziaria al seguito.
«Si vede che si era meritato quella fiducia, anche perché in questi casi la scorta la danno sempre. Ma a questo punto, vedendo purtroppo quello che è successo, sarebbe stato meglio il contrario. La scorta ci voleva. Noi comunque lo aspettiamo a braccia aperte, lo ribadisco: Andrea torna a casa, ritorna sui tuoi passi» conclude il patrigno.

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