Dazi al 30%, una mannaia: Modena è la terza provincia in Italia per export negli Stati Uniti
Il mercato Usa vale 3,1 miliardi e costituisce il 18,5% del totale delle esportazioni: nel 2024 solo Milano e Firenze hanno venduto più merce oltreoceano. Ecco le possibili conseguenze dopo la lettera di Donald Trump all’Unione Europea
MODENA. La Cgia di Mestre ha calcolato che l’Italia con i dazi di Donald Trump fino a venerdì scorso avrebbe perso 3,5 miliardi di euro nell’export verso gli Usa: ma dopo l’annuncio-minaccia del presidente statunitense di imporre tariffe doganali per la Ue al 30% dal primo agosto, il danno economico aumenterebbe e di molto. E le ripercussioni sarebbero gravi anche per Modena.
La situazione a Modena
La nostra provincia è infatti una di quelle più a rischio in caso di aumento dei dazi Usa. Siamo infatti terzi a livello nazionale dopo Milano e Firenze nella speciale graduatoria dei territori che vendono più prodotti in questo paese: 3 miliardi e 112 milioni di euro il valore del nostro export negli Stati Uniti l’anno scorso, il 4.8% del totale nazionale. Rispetto al 2023 Modena ha venduto l’anno passato il 5.4% in più in valore negli Stati Uniti, che è il primo paese in questa speciale classifica: da soli gli Usa valgono il 18.5% del totale dell’export modenese (fonte Camera di Commercio, trimestre gennaio-marzo 2025).
I settori con più export in Usa
Guardando ai diversi settori del manifatturiero, oltre metà delle esportazioni modenesi negli Usa nel 2024 riguarda l'auto (1.744 milioni di euro, ovvero il 52,2% del totale, +13,1% rispetto al 2023). Oltre un quinto dell’export è rappresentato poi da macchine e apparecchi meccanici (531 milioni, con una quota del 21,2% e una flessione del -15,3%). Segue il settore ceramico con 337 milioni di vendite e una quota dell‘11% (+4% nel 2024). L'agroalimentare è il quarto settore modenese per vendite negli Stati Uniti con un ammontare di 281 milioni di euro, pari all'8,1%, ma è anche il comparto che ha registrato la crescita maggiore nell'ultimo anno, +17,7%. Significativo anche l’incremento delle vendite del tessile-abbigliamento, +12,8%, su un ammontare di vendite tuttavia esiguo, pari a 22 milioni. Infine, il biomedicale, che con 74 milioni rappresenta il 2,5% del totale dell’export modenese verso gli Usa (-0,6% nel 2024). E i dati dell’export verso gli Stati Uniti continuano ad essere positivi anche nel 2025. La nostra provincia infatti tra gennaio e marzo ha inviato oltre Atlantico beni per 856 milioni di euro, il 9% in più rispetto lo stesso periodo di un anno prima (fonte Camera di Commercio).
L’analisi della Cgia di Mestre
L’Italia è un Paese con una forte vocazione all’export: nel 2024 gli Usa in particolare hanno comprato nostri prodotti per 64,7 miliardi di euro. «La Banca d’Italia ricorda che il 43 per cento delle nostre esportazioni verso gli Stati Uniti sono costituite da prodotti di qualità alta – afferma la Cgia – e un altro 49 per cento di qualità media. Pertanto, sono prodotti che, verosimilmente, sono diretti ad acquirenti (persone fisiche o imprese) ad elevato reddito che potrebbero rimanere indifferenti ad un aumento del prezzo causato dall’introduzione di nuove barriere doganali. Poi le nostre imprese sono poco esposte verso il mercato statunitense ed una eventuale “chiusura” di questo mercato inciderebbe relativamente poco. Queste realtà produttive hanno mediamente buoni margini per ridurre il prezzo finale dei propri beni da vendere negli States, compensando, almeno in parte, gli aumenti provocati dall’introduzione delle barriere doganali. Ovvio che potrebbero verificarsi delle situazioni molto più gravi di quelle appena descritte, se le politiche protezionistiche di Trump dovessero provocare una forte svalutazione del dollaro, innescare delle contromisure in grado di provocare una caduta della domanda globale e dei mercati finanziari».
I dazi già in vigore
Ricordiamo che su acciaio, alluminio e derivati i dazi sono oggi al 50 per cento. Sulle auto, i ricambi e la componentistica auto sono al 25 per cento. Su tutti gli altri prodotti che hanno subito la “sospensione”, la tariffa doganale è invece al 10 per cento, a meno che la minaccia di Trump non si concretizzi il primo agosto…
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