Caso Strazzer, arriva la risposta di Martina: «Ecco perché non ho rinnovato il contratto alla neomamma»
In un lungo comunicato pubblicato sui canali social ufficiali dell’azienda, la fondatrice di “Amabile” spiega la sua versione dei fatti: «A seguito di verifiche interne, sono emerse criticità molto più complesse e profonde di quanto avremmo potuto immaginare»
MODENA. La risposta che tanti aspettavano è arrivata. Martina Strazzer, imprenditrice modenese e fondatrice del brand di gioielli “Amabile”, ha rotto il silenzio con un lungo comunicato pubblicato sui canali social ufficiali della sua azienda, fornendo la sua versione dei fatti in merito al caso del contratto di lavoro non rinnovato a una ex dipendente assunta quando era incinta e poi diventata mamma.
Il comunicato ufficiale di Amabile
«Negli ultimi giorni – si legge – sono stati espressi sentimenti di delusione, rabbia e preoccupazione riguardo la decisione di non rinnovare, alla scadenza, il contratto a tempo determinato della nostra ex collega Sara. Amabile è un'azienda e, come tale, ha bisogno di professionalità per funzionare. Per questo selezioniamo e inseriamo diverse figure con l'obiettivo di rafforzare la struttura interna. Quando abbiamo accolto Sara, scelta tra numerosi candidati esclusivamente per le competenze da lei dichiarate, il nostro intento era costruire una collaborazione duratura. Tuttavia non sempre le cose vanno come sperato. In questo caso, a seguito di verifiche interne condotte in un momento successivo e supportate anche dall'analisi, in varie fasi, di consulenti esterni, sono emerse criticità molto più complesse e profonde di quanto avremmo potuto immaginare. La situazione ci ha posto davanti a una scelta difficile: ignorare i problemi, oppure affrontarli assumendoci anche la responsabilità di una decisione dolorosa ma inevitabile, ossia il mancato rinnovo del contratto».
Le motivazioni della scelta
«Abbiamo scelto la seconda strada – si legge ancora nel comunicato di Amabile – perché non farlo avrebbe significato compromettere il bene dell'intera impresa e la tutela delle oltre 40 persone che ogni giorno lavorano da Amabile con dedizione e impegno. In Amabile crediamo profondamente che la gravidanza non sia un limite: è un valore in cui abbiamo creduto e in cui continueremo a credere. Nessuna donna in Amabile dovrà mai scegliere tra l'affermarsi nel mondo del lavoro o mettere al mondo una nuova vita. Quando avevamo annunciato con entusiasmo l'assunzione di una persona in gravidanza, il nostro intento era chiarire questo principio cardine. La nostra squadra è quasi interamente al femminile e accogliere una nascita sarà sempre motivo di grande gioia. La gravidanza non è stata e non potrà mai essere un impedimento all'assunzione o alla permanenza nella nostra azienda. Comprendiamo la volontà di conoscere approfonditamente i dettagli, crediamo tuttavia che la condivisione non debba diventare un'arma, e nemmeno compromettere la dignità o il futuro professionale di chi, in altri contesti, potrebbe essere una risorsa di valore. In Amabile, ogni nuovo rapporto lavorativo ha il concreto obiettivo di essere solido e duraturo».
Strazzer fornisce anche qualche numero
A sostegno di queste parole, l’azienda ha «scelto di condividere alcuni dati interni, che lo raccontano meglio di qualsiasi dichiarazione. Dalla sua apertura Amabile ha attivato numerosi rapporti di lavoro. Ad oggi, il 77% delle risorse in forza in azienda ha un contratto a tempo indeterminato. Sono stati avviati 11 tirocini, di cui 8 trasformati in contratti successivi, I tuttora in corso e solo 2 non hanno avuto prosecuzione contrattuale per scelta autonoma delle tirocinanti, che hanno deciso di orientarsi verso altri percorsi. Abbiamo attivato 14 contratti di apprendistato, molti dei quali ancora in essere: 3 trasformati anticipatamente a tempo indeterminato e 1 alla conclusione naturale del percorso. Attualmente risultano attivi 9 contratti a tempo determinato, principalmente legati al punto vendita aperto di recente. Dal punto di vista delle cessazioni, si registrano circa 14 uscite. La maggior parte è legata a dimissioni volontarie, dovute a nuove opportunità professionali o scelte personali. I casi di mancato rinnovo o mancato superamento del periodo di prova rappresentano una parte contenuta (6 risorse in totale). In tutto il periodo considerato si è registrato un unico licenziamento, motivato da atti gravi configuranti giusta causa. Il silenzio che ci ha accompagnati finora è stato difficile da mantenere, ma riflette la necessità di gestire la situazione nel rispetto della privacy di terzi», termina così il comunicato dell’azienda dell’imprenditrice modenese.