Tutor di Formigine spento, danni per 7 milioni. Il Comune: «Chiudiamo il contratto»
Da quando il dispositivo è stato sequestrato, nessuna multa
FORMIGINE. Quasi 7 milioni di euro di danno e un contratto da chiudere. È questo il bilancio che il Comune di Formigine mette nero su bianco dopo lo stop forzato al tutor installato sulla tangenziale. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di risolvere il contratto con la società fornitrice, ritenendo le apparecchiature non idonee a svolgere il servizio. Una scelta inevitabile, alla luce delle pronunce della Cassazione: i dispositivi Kria T-exspeed 2.0, utilizzati da molti enti in Italia, non erano “omologati” come richiesto dalla legge. Non solo: «Oltre alla mancanza dell’omologazione ministeriale – si legge nella determina – , emerge come rilevante per la pronuncia della Suprema Corte la circostanza per cui il “il prototipo prodotto dalla società ed installato e utilizzato per la rilevazione della velocità, non risulta essere mai stato (ndr non solo omologato ma nemmeno) approvato”». Un doppio elemento che ha reso i macchinari di fatto inutilizzabili per contestare le violazioni, compromettendo l’intero servizio.
Il bilancio
A Formigine il conto è pesantissimo. La stima del Comune parla di 6 milioni e 989mila euro di perdite, frutto di due voci principali: da un lato le multe non incassate da quando il sistema è stato spento, il 29 luglio 2024, in seguito al sequestro disposto dalla Procura di Cosenza; dall’altro i canoni di noleggio versati tra il 2022 e il 2024 per apparecchiature che non potevano svolgere la funzione per cui erano state installate. Per dare la misura dell’impatto basta un dato: nel solo 2023 il tutor di Formigine aveva rilevato oltre 71mila violazioni dei limiti di velocità. Un flusso sanzionatorio che si è interrotto all’improvviso, lasciando un vuoto consistente per le casse comunali.
I provvedimenti
La giunta parla di inadempimento grave: il Comune sostiene di aver ricevuto un prodotto diverso e inidoneo rispetto a quanto previsto dal contratto. Da qui la decisione di bloccare i pagamenti e avviare la procedura di risoluzione, così da liberarsi di un vincolo oneroso e predisporre un nuovo affidamento che garantisca strumenti finalmente omologati e pienamente regolari.
Parallelamente, l’amministrazione si muove anche sul piano giudiziario. La Procura di Cosenza ha notificato il 24 febbraio la chiusura delle indagini preliminari, primo passo in vista di un possibile procedimento penale. Formigine ha quindi deciso di non farsi cogliere impreparata e nei mesi scorsi ha conferito incarico a un legale, con il mandato di accedere al fascicolo penale e seguire tutti i passaggi necessari. L’obiettivo è chiaro: il Comune si prepara a costituirsi parte civile nel processo, così da far valere in aula non solo il danno economico milionario, ma anche quello di immagine e credibilità istituzionale.
Il caso dei tutor non omologati non riguarda infatti solo la realtà locale, ma ha assunto una portata nazionale, coinvolgendo diversi enti e accendendo un riflettore sulla gestione della sicurezza stradale. Le mosse dell’amministrazione vanno in una direzione ben precisa. Si punta a tutelare il bilancio comunale, ma anche a ribadire un principio chiaro: gli strumenti destinati alla sicurezza stradale devono essere certi, regolari e inattaccabili, per non trasformarsi da garanzia per i cittadini a fonte di contenziosi e perdite milionarie.