Drag Queen alla Sagra di San Luigi? La Diocesi: «Non è un evento religioso»
A Novi previsto lo show subito dopo la messa celebrata del vescovo Erio Castellucci
NOVI. «La “Sagra di San Luigi”? Non è un evento religioso». Nessun errore di battitura. Lo dichiara la Diocesi di Carpi – che due giorni fa aveva scelto il silenzio – mentre ieri ha emanato un comunicato sul caso Drag Queen-Vescovo. Don Erio il 31 agosto celebrerà la messa a Rovereto, nell’ambito della Sagra locale. Subito dopo sul palco si esibiranno due Drag Queen. Si tratta di uno spettacolo che gli stessi interpreti hanno definito adatto anche alle famiglie, un intrattenimento senza secondi fini su temi gender. Di questo non è convinto il Popolo della Famiglia: il partito di Mario Adinolfi, che ha attaccato vescovo e Diocesi, tacciandoli di blasfemia.
«Organizzata da realtà laiche»
«La “Sagra di San Luigi 2025” che si svolgerà a Rovereto dal 28 agosto al 1° settembre presso il parco Multiverso – precisano la Diocesi di Carpi e le parrocchie di Santa Caterina d’Alessandria di Rovereto e Sant’Antonio di Padova di Sant’Antonio in Mercadello –, non è organizzata dalle suddette realtà ecclesiali. La festa è, infatti, da anni organizzata dall’associazione “Tutti insieme a Rovereto e Sant’Antonio-Onlus”, realtà completamente laica e apartitica». E dunque la Diocesi “scarica” il programma degli eventi sugli organizzatori. «Alle parrocchie – prosegue la Diocesi –, come a tutte le associazioni di volontariato e realtà sociali e commerciali del paese, è data la possibilità di partecipare con iniziative proprie, secondo lo specifico delle singole realtà. A questo si limita la partecipazione al programma: chi desidera, con l’approvazione dell’associazione organizzante, può avere uno spazio per proporre a tutti quello che desidera».
Diocesi ospite degli organizzatori
La Diocesi è dunque ospite degli organizzatori della Sagra. «Per ciò che riguarda la denominazione “sagra”, come tutti sanno – prosegue la Diocesi con un excursus nel passato – è esclusivamente una denominazione storica che, nel linguaggio comune, identifica semplicemente una festa popolare, che non ha più necessariamente un collegamento con la sua etimologia. Così come l’intitolazione della “sagra” a San Luigi Gonzaga, che risale al 1926, quando Pio XI proclamò il santo patrono della gioventù cattolica, da un secolo viene chiamata così; e ha mantenuto questo nome anche se da decenni ha perso il suo riferimento esclusivamente religioso». Apprendiamo, dunque, che una sagra dedicata a una Santo riconosciuto dalla Chiesa è un evento laico. La domanda sorge spontanea: l’evento resterà laico anche quando il vescovo celebrerà una funzione religiosa?
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