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Christian, il postino di Zocca che porta le lettere anche a Vasco: «Nonostante i social, in tanti gli scrivono ancora»


	Christian Rubini davanti alla casa di Vasco
Christian Rubini davanti alla casa di Vasco

Rubini, soprattutto in estate, incontra i fan che raggiungono l’Appennino per visitare i luoghi del rocker e scattare una foto con lui davanti alla sua casa o al bar Bibap: «Racconto loro che il Blasco è uno di noi, figli del paese»

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ZOCCA. A Zocca Vasco Rossi è più che una rockstar: è un figlio del paese, uno di loro. E il postino in un piccolo borgo è sempre una figura chiave per cogliere l’anima del luogo e conoscere da vicino abitudini e personaggi di una comunità. Tra raccomandate, pacchi e sentieri nascosti, il mestiere del postino qui non è solo lavoro: è anche ascolto, relazione, sguardo attento su una comunità che cambia, in silenzio ma con costanza. Christian Rubini, il giovane postino di Zocca. Oggi vive a Bologna, ma il suo cuore resta legato a Zocca, il paese dove è nato e dove conosce tutti, ma soprattutto dove lavora. Qui le relazioni sono genuine, come quelle di un tempo. Tra i volti familiari anche quello di Vasco, che a Zocca è di casa e con cui Christian condivide storie e aneddoti, insieme agli amici di sempre, come Otello (o il barista del Bipap). «Sono portalettere dal 2008, assegnato al Centro di distribuzione di Vignola – spiega Christian –. Tra le zone di competenza del Centro c’è anche Zocca, dove io sono assegnato e dove sono nato, quindi per me lavorare qui ogni giorno a contatto con le persone che conosco da sempre e che mi hanno visto crescere è fonte di grande soddisfazione. Durante la mia “gita” quotidiana nello svolgere il mio lavoro sono sempre a contatto con i miei compaesani. Spesso la consegna di una raccomandata o pacco è l’occasione per condividere storie di vita e aneddoti del paese. Devo dire però che negli ultimi anni noto che ci sono tante facce nuove, si tratta di persone che dalle grandi città scelgono di trasferirsi qui, anche in posti isolati tra i nostri boschi, proprio per vivere più a contatto con la natura e in tranquillità. Mi capita perciò di allargare il solito giro e di inerpicarmi tante volte lungo sentieri che non avevo mai percorso, nonostante io sia del posto. Lavorano online e ordinano tanto su internet... noi portiamo spesso pacchi in quelle case isolate. È curioso, scelgono la tranquillità ma si affidano comunque alla rete per avere tutto ciò che serve. Soprattutto d’estate la nostra zona si popola anche di turisti e perciò il lavoro aumenta, ci sono più persone, più corrispondenza, più consegne».

Ti è mai capitato di consegnare a Vasco Rossi o di incrociarlo?

«Sì, capita. Anche se con i social le cose sono un po’ cambiate, ci sono ancora tanti fan che scrivono a Vasco e che soprattutto continuano sempre ad arrivare a Zocca per conoscere i suoi luoghi, conoscere le persone di cui parla nelle canzoni o nei suoi racconti di Zocca o riuscire ad incrociarlo».

In quale periodo dell’anno gli scrivono di più?

«Un po’ sempre, ma soprattutto a Natale e per il suo compleanno, il 7 febbraio, ci sono sempre pacchi e biglietti (lo scorso febbraio Poste Italiane ha emesso un francobollo con un folder celebrativo su Vasco Rossi, ndr)

Prima di internet ricevevate tanta corrispondenza per lui?

«Un mare di lettere e cartoline. Le indirizzavano semplicemente a “Vasco Rossi – Zocca”, e arrivavano. Alcune erano dichiarazioni d’amore, altre di gratitudine, tante confidavano storie personali. Una volta una ragazza scrisse che grazie a una sua canzone aveva trovato il coraggio di lasciare una relazione tossica».

I fan di Vasco, quando ti incontrano, ti usano un po’ come guida per informazioni varie per raggiungere dove abita o per avere anche da te una testimonianza in prima persona di un compaesano così illustre, un vero e proprio mito che unisce piu generazioni?  

«In verità oggi tanti fan arrivano già informati, grazie ai social. Non chiedono più come una volta dove sia casa sua o dove andare. Sanno già tutto. Però è vero, qualcuno c’è sempre che mi chiede se conosco le sue abitudini, i suoi luoghi come il ristorante Panoramic e dove andava con il suo amico chitarrista Massimo Riva. Racconto loro che Vasco è uno di noi, che quando è in paese, non è raro vederlo al bar Bipap con i suoi amici di sempre per una partita a carte, come ai vecchi tempi: un momento semplice e autentico, lontano dai riflettori ma ricco di amicizia e tradizione. Oppure di quando si fa il suo giro mattutino in bici, lungo i sentieri dei nostri boschi».

Qual è la tua canzone preferita di Vasco Rossi?

«Non c’è dubbio, Albachiara! È una canzone che nasce dalla sua esperienza personale qui in paese, osservando alla fermata dell’autobus una ragazza che si chiamava Giovanna».