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Il caso

Investe in criptovalute, ma è una truffa: perde un milione


	La donna era coinvinta di investire in criptovalute
La donna era coinvinta di investire in criptovalute

Vittima una donna modenese, che in cinque mesi ha polverizzato 974.130 euro versandoli alla società Green Cliff. Il Codacons: «Le banche dovrebbero allertare i clienti»

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MODENA. Numerosi bonifici, uno dietro l’altro, sempre verso lo stesso beneficiario. E in cinque mesi una donna modenese, convinta di investire in criptovalute, ha perso la cifra enorme di 974.130 euro. Quasi un milione volatilizzato, letteralmente “risucchiato” da un raggiro organizzato nei minimi dettagli.

Come è stata attuata la truffa

Dal 19 dicembre 2024 al 19 maggio di quest’anno, la donna, caduta nella rete di falsi consulenti, ha disposto 25 bonifici dalla sua banca verso la società Green Cliff. Sette di questi sono finiti su un conto con Iban svedese, due su un conto lussemburghese e ben sedici su un Iban danese. Sempre lo stesso nome, lo stesso beneficiario, la stessa promessa: investimenti sicuri e rendimenti rapidi. Una promessa che si è rivelata una “trappola mortale”, come la stessa signora ha raccontato dopo aver compreso l’inganno. Il primo passo verso l’incubo era stato apparentemente innocuo: un bonifico di 150 euro, richiesto da un sedicente consulente finanziario che l’aveva contattata al telefono, proponendo un investimento su una piattaforma dedicata alle criptovalute. Da lì in avanti, la fiducia accordata a quel “professionista” è diventata l’arma più potente dei truffatori. Condividendo il proprio monitor con il falso consulente, la donna si è fatta guidare in ogni operazione bancaria, convinta di star alimentando un investimento sicuro. In realtà stava prosciugando i risparmi di una vita. Solo dopo cinque mesi la donna si è resa conto di quanto stava accadendo. Quasi un milione era già trasferito all’estero. A quel punto ha chiesto aiuto al Codacons di Modena, che ha preso in carico il caso e lo ha reso pubblico come monito a tutti i cittadini.

Il Codacons spiega come difendersi

«Da questa vicenda i cittadini dovrebbero trarre l’insegnamento di non fidarsi mai – spiegano dall’associazione – delle proposta che giungono via telefono o via mail. È sempre necessaria una verifica attraverso la propria banca, con un avvocato o un’associazione di consumatori come il Codacons». Dall’episodio emerge anche una riflessione che chiama in causa gli istituti bancari. Non una responsabilità diretta, ma almeno – come sottolinea il Codacons – una questione di “cortesia nei confronti dei clienti”. Nel caso di conti correnti che normalmente vengono utilizzati solo per piccole spese o utenze, sarebbe opportuno attivare un protocollo che allerti i loro clienti in via prudenziale». Una segnalazione preventiva, spiegano, che potrebbe rivelarsi un vero salvagente per evitare tragedie economiche come quella di cui è rimasta vittima la signora modenese.Un caso che fa riflettere, non solo per l’enorme cifra scomparsa, ma anche per la facilità con cui truffatori ormai sempre più esperti riescono a insinuarsi nella vita delle persone più fragili. Con un telefono, una voce rassicurante e una piattaforma fantasma, sono riusciti a convincere una donna ad affidare loro quasi un milione di euro.

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