La Miss viene subissata di offese razziste: «Non rappresenta la bellezza carpigiana»
Estefany Yan, 27enne di origini dominicane che vive e lavora a Carpi da 6 anni, è stata incoronata a Pescara nel prestigioso concorso nazionale Grand Prix 2025. Sui social di Carpi si è scatenata un’assurda bufera: «Non denuncio, non voglio mettere nei guai le persone per ciò che scrivono. Forse c’è gente che non ragiona»
CARPI. Ha 27 anni, di origini dominicane, vive e lavora a Carpi da sei anni, ed è la nuova Miss Grand Prix 2025. Estefany Yan è stata incoronata il weekend scorso sul palco di piazza Salotto a Pescara, portando a casa un titolo prestigioso e di lunga tradizione. Una vittoria che avrebbe potuto rappresentare soltanto un motivo di orgoglio e leggerezza, ma che sui social ha scatenato un dibattito acceso e spesso velenoso. Nelle ultime settimane, infatti, Carpi sta vivendo un clima reso teso da episodi di cronaca legati a risse, polemiche sull’immigrazione e un confronto politico sempre più aspro. La conquista del titolo da parte di una ragazza carpigiana d’adozione viene letta da alcuni non come un successo personale, ma come il simbolo di fratture e diffidenze più ampie. In tanti, con la vista annebbiata da questo clima tossico, non hanno distinto una buona notizia da una cattiva: invece di celebrare il talento, l’impegno e l’integrazione di Estefany, la sua incoronazione è stata investita da un’ondata di commenti tra razzismo, bodyshaming e accuse di “politically correct”. Eppure dietro alla corona c’è una storia fatta di sacrifici, cadute e nuove strade, tutto niente a che vedere con etichette, pregiudizi o con la semplificazione becera che sui social riduce tutto a uno scontro tra “noi” e “loro”.
Ci racconti di lei, chi è Estefany?
«Sono stata un’atleta di livello nazionale nei corpi militari della Repubblica Dominicana, specializzata nel salto triplo. Lo sport era la mia vita. Nel 2019 sono arrivata in Italia, a Carpi, per aiutare mia sorella ad aprire il centro estetico. Pochi mesi dopo è scoppiata la pandemia: mi sono trovata chiusa in casa, senza allenamenti, senza contatti, quasi in depressione. Ho dovuto reinventarmi. Ho iniziato a lavorare con mia sorella, poi ho seguito corsi come personal trainer e, nel tempo, mi sono avvicinata anche al mondo della moda e delle sfilate».
Come è nata l’idea di partecipare a Miss Grand Prix?
«Tante persone mi hanno incoraggiata: “hai l’altezza, hai le misure giuste, sei bellissima”. Così ho iniziato a fare qualche sfilata, shooting fotografici, esperienze a Milano, anche se non sempre positive. Quando ho avuto l’opportunità di partecipare a Miss Grand Prix, ho deciso di provarci con determinazione. Già avevo fatto altri concorsi, con buoni risultati, e questa volta ero pronta a dare tutto».
Dopo i festeggiamenti, la vittoria possiamo dire è stata sporcata dal clamore social: in poche ore il post ha raccolto più di 600 commenti, alcuni molto duri. Come ha reagito? Si aspettava critiche di questo tipo?
«Sono rimasta sorpresa. Da quando vivo in Italia ho sempre ricevuto tanti complimenti, anche per strada da persone sconosciute. Non mi aspettavo tutto questo odio. Alcuni commenti avevano dentro tanta cattiveria. All’inizio mi ha ferita, ma poi ho deciso di prenderla con forza e lucidità: i social sono così, ci sarà sempre chi ti apprezza e chi ti critica. Sapevo che partecipare a un concorso nazionale poteva attirare attenzione, ma non mi aspettavo accuse così pesanti. Mi sono detta che forse c’è gente che non ragiona e che si lascia trasportare da pregiudizi».
Molti commenti dicono che “non rappresenti la bellezza carpigiana”. Come risponde a questa accusa?
«Io non ho mai detto di essere italiana: rappresento Carpi perché vivo qui da anni, ci lavoro, questa è casa mia. Per me è stato un onore portare la corona a Carpi. Se qualcuno dice che non rappresento la bellezza carpigiana perché non ho tratti italiani, lo trovo eccessivo. Io sono parte di questa città, anche se non sono nata qui. La bellezza non è fatta solo di un passaporto o di un cognome. È fatta di impegno, di forza, di capacità di esprimere se stessi. Io credo che il concorso mi abbia premiata per quello che sono, non per un’etichetta».
Alcuni parlano di una vittoria dovuta al “politically correct”: crede che ci sia stato davvero questo fattore o pensa che sia il risultato del suo lavoro e del suo impegno?
«Io credo che sia stata una vittoria meritata. Sono competitiva per natura, vengo dallo sport e mi preparo sempre con impegno. Avevo già fatto altre gare, ottenendo buoni piazzamenti. In finale eravamo in tre molto forti, poteva vincere chiunque, ma io ci ho creduto fino alla fine. Non penso ci sia stato nessun gioco dietro».
Ci sono stati commenti apertamente razzisti e di bodyshaming: si è sentita ferita? Come li ha vissuti?
«Sì, alcuni commenti sono stati molto brutti. Però ho scelto di non rispondere con rabbia. Ho scritto solo un messaggio generale, rispettoso, perché credo che ognuno sia libero di esprimersi, purché lo faccia con rispetto. Non mi va di alimentare odio con altro odio».
Qualcuno la invita a denunciare chi scrive frasi discriminatorie: sta valutando questa strada o preferisce rispondere in un altro modo?
«No, non voglio denunciare nessuno. Non è il mio scopo mettere nei guai le persone per quello che scrivono. Preferisco dimostrare con i fatti chi sono, lavorando sodo e tenendo la testa alta. Mi dispiace che qualcuno mi giudichi senza conoscere la mia storia: ho fatto tanti sacrifici, ho perso una carriera sportiva, mi sono costruita una vita da zero qui a Carpi. Chi mi conosce sa quanto mi impegno».
Cosa significa per lei “essere carpigiana”, visto che questa è la città in cui vive e lavora da anni?
«Per me è un onore. Vivo a Carpi, lavoro qui, sono parte della comunità. Non ho mai detto di avere origini italiane, ma sento Carpi come casa. E portare la corona qui è stata una grande soddisfazione. Una comunità si rappresenta anche con i valori, con il lavoro, con il contributo che si dà ogni giorno. Io vivo qui, lavoro qui e porto il nome di Carpi con orgoglio».
Crede che questa polemica sia uno specchio di un problema più grande, che va oltre la sua esperienza personale?
«Sì, penso di sì. Qui non stiamo parlando di Miss Mondo o di rappresentare l’Italia intera. Era un concorso nazionale, e io rappresentavo la città in cui vivo. Il fatto che sia nata una polemica così forte dimostra che ci sono tensioni più ampie, legate a immigrazione e pregiudizi. Forse la mia vittoria è stata solo un pretesto. Ma io preferisco guardare al lato positivo: portare orgoglio a Carpi e ringraziare chi mi sostiene».
Come ha vissuto il successo?
«Non me l’aspettavo di vincere. Ho tenuto la corona sul comodino tutta la notte e ho davvero faticato a prendere sonno. La prima videochiamata è stata per mio padre e i miei fratelli che vivono ai Caraibi. Poi ho chiamato casa a Carpi dove vive mia sorella Elizabeth e la mia nipotina appena nata Larimar».
Il futuro?
«Mi piacerebbe molto lavorare nel campo della moda o della televisione, e perché no magari condurre un programma televisivo proprio di moda».
Il concorso
Estefany Yan ha ottenuto un successo prestigioso, nulla da fare invece per l’altra concorrente modenese Diana Kravchenko. L’incoronazione è avvenuta venerdì sera sul palco di piazza Salotto, a Pescara, dove la ragazza carpigiana ha sbaragliato la concorrenza delle altre agguerrite 22 finaliste approdate all’atto conclusivo del concorso organizzato da patron Claudio Marastoni. “Miss Grand Prix”, uno tra i più importanti in Italia con oltre 30 anni di storia, ha lanciato, nel corso delle varie edizioni, alcune grandi protagoniste del mondo dello spettacolo e della tv come Raffaella Fico, Margherita Molinari, Carlotta Maggiorana e tante altre. A posare la corona sulla testa della neo “Miss Grand Prix”, la vincitrice dell’edizione 2024 Matilde Felice insieme alla madrina di giuria Jo Squillo e al conduttore della serata Beppe Convertini.
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