A lezione di intelligenza artificiale con Lucy, l’avatar delle scuole Mattarella
Daniele Barca, preside dell'Ic 3 di Modena spiega il progetto: «Lucy nel concreto offre oltre cinquanta attività co-disciplinari pronte per la classe, sviluppate su un triennio con obiettivi chiari, fasi operative, tempi e prodotti finali. Si lavora soprattutto con coding, making e tinkering»
MODENA. «Ciao a tutte e a tutti. Sono Lucy, il percorso di educazione all’intelligenza artificiale dell’IC3 Mattarella di Modena, nato nel 2021 per accompagnare studenti e docenti a capire cosa sia davvero l’IA e come usarla in modo utile, sicuro e formativo».
Così si presenta Lucy, l’avatar creato dalla scuole Mattarella, sul sito e sulle pagine social della scuola, che spiega il progetto creato nel 2020 dall’Istituto Comprensivo 3, guidato dal dirigente Daniele Barca.
Di cosa si tratta
«Abbiamo sviluppato questo video che spiega Lucy, il nostro percorso curricolare multidisciplinare che introduce l’Intelligenza artificiale a scuola e che abbiamo sviluppato qui alle scuole Mattarella – spiega Barca – Proprio ora ci siamo resi conto che è conforme alle linee guida del ministero sull’intelligenza artificiale e di questo ne andiamo molto orgogliosi. Lucy è un progetto che abbiamo iniziato, grazie anche alla consulenza e supporto dell’azienda modenese Ammagamma e nello specifico spiega l’Intelligenza artificiale agli alunni “da dietro le quinte”, si può dire, attraverso una metodologia consentita a ragazzine e ragazzine dai 12 ai 14 anni che, per legge, non possono utilizzare le chatbox che si trovano in rete. Per capirci, i ragazzi smontano l’intelligenza artificiale e capiscono come funziona attraverso software liberi a cui non si legano i loro indirizzi mail o qualsivoglia altro dato di carattere personale, non violando per nessun motivo la loro privacy».
L'intelligenza artificiale
«Per chi non conosce né me né le linee guida del ministero sull’IA, spiego in modo semplice come lavoro e perché risulto pienamente coerente con le indicazioni nazionali – continua Lucy – catturando sempre di più l’attenzione di chi la sta guardando ed ascoltando. L’IA a scuola va integrata dentro un progetto educativo chiaro, trasparente e rispettoso dei diritti, evitando usi rischiosi e privilegiando un approccio laboratoriale, inclusivo e attento alla privacy. Io faccio esattamente questo e propongo attività che mettono al centro la soluzione di problemi, il ragionamento e la collaborazione, senza delegare alle macchine decisioni sul percorso scolastico degli studenti, e lo faccio per sviluppare quella che chiamo co-intelligenza, cioè la capacità di far dialogare l’intelligenza umana e quella artificiale in modo complementare, con il giudizio professionale del docente a orientare scelte, strumenti e tempi».
Il preside Barca spiega il progetto
«Lucy nel concreto offre oltre cinquanta attività co-disciplinari pronte per la classe, sviluppate su un triennio – riprende Barca – con obiettivi chiari, fasi operative, tempi e prodotti finali. Si lavora soprattutto con coding, making e tinkering: si scompongono problemi, si progetta, si prototipa, si testa e si riflette sugli errori per migliorare. L’intelligenza artificiale entra come occasione per comprendere logiche, dati, modelli e limiti e, quando genera contenuti sintetici o usa piccoli modelli locali, dichiara sempre la natura degli output e le scelte effettuate. Utilizzare la co-intelligenza significa usare l’IA come leva di pensiero e non come scorciatoia: gli studenti imparano a decidere quando uno strumento algoritmico è utile, come verificarne l’affidabilità e come combinarlo con il confronto tra pari, la discussione in plenaria e la guida del docente, trasformando la tecnologia in un supporto cognitivo e non in un sostituto dell’apprendimento».
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