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La protesta

Sciopero per gli occhiali protettivi: «Dobbiamo usarli anche in bagno e in sala ristoro»


	Lo sciopero alla Motovario
Lo sciopero alla Motovario

Protesta alla Motovario di Formigine per le nuove norme sulla sicurezza: «Scelta imposta unilateralmente dall’azienda, l’auspicio è che si torni ad una applicazione corretta della normativa e dei dispositivi di sicurezza»

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FORMIGINE. Occhiali protettivi anche in bagno e in sala ristoro. Secondo sciopero di quattro ore alla Motovario di Formigine (tra i leader mondiale nella produzione di motoriduttori) e seconda adesione pressoché totale da parte dei lavoratori alla mobilitazione.

Le ragioni della protesta

La ragione iniziale dello scontro, spiegano Cgil e Cisl, è stata la volontà aziendale di imporre l’utilizzo degli occhiali protettivi per tutto il turno a tutti i lavoratori delle aree produttive di qualsiasi mansione e in qualsiasi circostanza. Dunque una applicazione «non solo totalmente priva di senso, ingiustificata ed in violazione del D.lgs. 81/08. sulla sicurezza sul lavoro in merito all’utilizzo degli occhiali protettivi. Questa è soprattutto una modalità che non riduce i rischi di infortunio, ma al contrario li aumenta».

«Abbiamo già dal 2013 una declaratoria nel Dvr (Documento di valutazione dei rischi) che elenca tutte le attività lavorative ove previsto l'obbligo di utilizzo occhiali protettivi – dice Luigi Ghiaroni, Rls Fim Cisl – sono così peggiorate le condizioni in azienda dopo tutti gli interventi e investimenti fatti?».
«È giusto indossare gli occhiali protettivi quando serve – dichiara Giuseppe Faillace, rappresentante lavoratori sicurezza Fiom Cgil – diventa pericoloso e dannoso indossarli quando non serve come peraltro succede in ogni altra azienda del settore».

Infatti la decisione oltre a creare paradossi tali per cui un lavoratore è costretto a indossare gli occhiali protettivi anche per andare in bagno o in sala ristoro con disagi immotivati facilmente comprensibili, crea vere e proprie situazioni di pericolo. Per esempio imporre «ai guidatori di carrello elettrico l’utilizzo degli occhiali (cosa di cui non hanno bisogno essendo all’interno di una cabina e lontani da ogni lavorazione) limita loro enormemente la visuale incrementando il rischio di incidente e dunque di infortunio».

Una scelta «unilaterale»

«Grave è anche la scelta di imporre unilateralmente questa decisione attraverso un comunicato in bacheca senza chiedere, come previsto dalla legge, la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, che sono stati convocati solo per il 2 ottobre e solo a fronte della sollecitazione dell’Ausl». Lavoratori e sindacato non capiscono la ragione di questa «imposizione» dal momento che nelle lavorazioni «non vi è stata alcuna variazione rispetto a quanto accadeva fino a prima dell’estate». Perchè cambiare? Soprattutto perché a fronte di un’azienda stessa che «nel Documento di Valutazione rischio ha ammesso che il rischio per cui usare gli occhiali è considerato “moderato” e dunque molto limitato?» La situazione è diventata poi grave, proseguono i sindacati, e intollerabile quando i lavoratori che, aderendo all’iniziativa sindacale, indossano gli occhiali solo quando è necessario per la propria sicurezza sono stati confinati dentro salette senza fare nulla. Un comportamento non solo antisindacale e in violazione del Ccnl, ma lesivo della dignità e dei diritti umani e dei lavoratori.
Sindacati ed Rsu\Rls hanno allertato la Medicina del lavoro che si è attivata e restano in attesa del suo responso. L’auspicio è che l’azienda ritorni sui suoi passi e ritorni ad una applicazione corretta della normativa e dei dispositivi di sicurezza proprio per tutelare al meglio l’incolumità dei lavoratori stessi. In caso contrario la mobilitazione proseguirà».