West Nile, morto un 80enne di Carpi: è la prima vittima in provincia di Modena nel 2025
L’uomo aveva patologie pregresse. Da maggio a oggi sono sei i casi di positività al virus trasmesso dalla zanzara comune registrati in provincia di Modena, lo scorso anno erano 46
CARPI. Un uomo di 80 anni, residente a Carpi, con comorbidità pregressa, è morto a causa del virus West Nile. Lo comunica l’Ausl di Modena. Si tratta della prima vittima in provincia di Modena, la seconda in regione. A differenza dello scorso anno, quando erano stati registrati 46 casi in provincia, quest’anno la diffusione si presenta più limitata: da maggio a oggi sono sei i casi di West Nile registrati dal servizio di Igiene pubblica dell’Azienda Usl. Quattro di questi hanno sviluppato la forma neuroinvasiva.
La differenza con i virus Chikungunya e Dengue
«Si precisa che i casi di West Nile – specifica l’Ausl – non hanno alcuna attinenza con quelli di Chikungunya rilevati nell’area di Carpi, in quanto i due virus sono trasmessi con modalità diverse e da due tipologie di zanzare differenti: il virus West Nile viene trasmesso all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare delle zanzare comuni del genere Culex, attive soprattutto al crepuscolo e durante la notte, mentre Chikungunya e Dengue possono essere veicolate dalla zanzara tigre. Il virus West Nile è endemico, ovvero presente in maniera stabile, in Italia, in particolare nelle regioni del bacino padano. Il suo ciclo di moltiplicazione si sviluppa fra alcune specie di uccelli e le nostre zanzare comuni. L’uomo, così come i cavalli, viene occasionalmente infettato tramite punture di zanzare e non è in grado di trasmettere l’infezione ad altre zanzare né ad altre persone».
Perché non si effettuano le disinfestazioni e come si presenta il virus
A differenza dei protocolli in essere per quanto riguarda i casi di Chikungunya e altre malattie di importazione trasmissibili dalle zanzare tigre, in caso di accertata positività al virus West Nile non sono previste disinfestazioni nell’area di residenza del paziente, in quanto il virus non è trasmissibile.
Il contatto con il virus nella maggior parte dei casi provoca un’infezione asintomatica; in alcuni casi può però svilupparsi la malattia chiamata West Nile Disease, con sintomi evidenti che possono ricordare una sindrome influenzale e che durano pochi giorni. Tuttavia, sebbene raramente e soprattutto in persone anziane e/o debilitati, si possono manifestare gravi forme neurologiche che richiedono il ricovero ospedaliero e che possono condurre a esiti permanenti o al decesso.
Il riscontro di positività al virus West Nile comporta il rafforzamento delle misure di prevenzione, così come previsto dal Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi 2025, a partire dal proseguimento dell’ordinaria attività di lotta antilarvale di competenza dei Comuni e dall’intensificazione delle attività di controllo e sostegno alle iniziative effettuate dai privati.
La raccomandazione è di proteggersi dalle punture applicando repellenti cutanei, preferibilmente contenenti principi attivi riconosciuti efficaci, seguendo le indicazioni riportate in etichetta.
In ambito domestico, è consigliabile adottare misure preventive volte a ridurre l’ingresso e la presenza degli insetti, come l’utilizzo del condizionatore d’aria e l’installazione di zanzariere su porte e finestre. Si sottolinea altresì che la zanzara necessita di quantitativi minimi di acqua stagnante — anche di pochi millilitri — per deporre le uova e completare il proprio ciclo riproduttivo. Per questo motivo è imprescindibile un’attenta e costante attività di eliminazione di tutti i possibili ristagni d’acqua, quali sottovasi, grondaie intasate, secchi e contenitori vari che possono raccogliere acqua piovana. Nei casi in cui tali ristagni non possano essere rimossi, si raccomanda l’utilizzo periodico di prodotti larvicidi specifici, al fine di interrompere il ciclo biologico delle zanzare e contenere efficacemente la proliferazione degli insetti.