Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Prende il reddito di cittadinanza dal carcere, va a processo. Ma si difende: «Io l'avevo detto...»

di Daniele Montanari
Prende il reddito di cittadinanza dal carcere, va a processo. Ma si difende: «Io l'avevo detto...»

A processo un 45enne italiano residente a Modena. L'avvocato: «Lui al patronato ha detto la verità indicando come residenza Strada Sant’Anna 370, che è l’indirizzo della casa circondariale. Confidiamo nell’assoluzione»

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MODENA. Chiede e ottiene il reddito di cittadinanza pur essendo in carcere. Ora, 6 anni dopo, finisce a processo. Ma il suo avvocato non ci sta, e sottolinea la sua buona fede: «Lui nel fare domanda l’aveva detto di essere al Sant’Anna».

La storia
Il protagonista di questa curiosa storia è un 45enne italiano residente a Modena, finito in carcere per una rapina in banca. Dal gennaio 2016 al gennaio 2018 è rimasto al Sant’Anna in regime completo, tutto il giorno. Poi, vista la buona condotta, gli è stata concessa la semilibertà: fino al 4 dicembre 2019 è rientrato in carcere solo per dormire, poi è stato dichiarato uomo libero.
In questo periodo di semilibertà, trovandosi senza un lavoro, si è chiesto se non poteva anche lui beneficiare del reddito di cittadinanza. E così il 3 settembre 2019 è andato in un patronato della città per presentare domanda. A prima vista, trattandosi di soggetto disoccupato sembrava avere i requisiti per fare domanda. Lui nell’indicare il luogo di residenza ha messo Strada Sant’Anna 370: lì per lì è parso un indirizzo come un altro, invece corrisponde all’ingresso del carcere. La domanda poi ha avuto esito positivo: al 45enne lo Stato ha iniziato ad erogare mensilmente il reddito di cittadinanza. Lui ha continuato a recepirlo tranquillo, soprattutto dopo la scarcerazione.

Dall'Inps
E invece si sbagliava: quando ormai aveva già percepito 6mila euro, ha avuto la brutta sorpresa di una notifica da parte dell’Inps che gli sospendeva immediatamente il contributo dopo aver accertato che era stato richiesto quando era ancora in regime di detenzione, cosa ovviamente incompatibile con la percezione del reddito. Da qui anche la denuncia per violazione della legge 4/2019 sul reddito di cittadinanza, e il nuovo processo. Tramite il suo avvocato di fiducia infatti, Pasqualino Miraglia, ieri ha scelto il rito abbreviato, fissato a gennaio. L’Inps, caso piuttosto raro, si è costituita parte civile.
«Lui al patronato ha detto la verità – sottolinea Miraglia – indicando come residenza Strada Sant’Anna 370, che è l’indirizzo del carcere. Se avesse voluto truffare, avrebbe dato un altro indirizzo. Manca l’elemento soggettivo del dolo: confidiamo nell’assoluzione».