La battaglia per Portovecchio di Mirandola. «Il fotovoltaico da un’altra parte»
Il complesso storico è però in un’area militare di proprietà dello Stato. Grazie a un bando un privato può arrivare ad installare fino a 25 ettari di pannelli
MIRANDOLA. Se si guarda dall’alto, attraverso le immagini fornite dai droni, la struttura “a stecca” dell’antico palazzo dei Pico Portovecchio di San Martino Spino se ne percepisce ancora l’eleganza e l’importanza architettonica e ambientale.
Peccato però che l’area militare di proprietà statale da fine’800 sia pressoché abbandonata da decenni e che il terremoto del 2012 abbiamo dato un ulteriore forte “colpo” al suo degrado. Ma potrebbe preso arrivare il peggio visto che presto il sito potrebbe essere “cancellato” ora che è stato pubblicata dallo Stato il bando della maxi gara «Energia 5. 0» di Difesa Servizi del valore di 770 milioni di euro, con il fine della concessione per 25 anni a privati investitori di aree militari per 900 ettari destinate all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in terreni di proprietà militare. Sui terreni di Portovecchio potrebbero così arrivare 25 ettari di pannelli solari al posto delle centinaia di alberi presenti intorno agli edifici storici.
Nel dettaglio
Portovecchio, infatti, è uno dei 23 siti italiani individuati dal Ministero della Difesa all’interno della gara e così l’area di San Martino rischia di venire almeno “affogata” dai pannelli solari posizionati in grande quantità con tanti saluti alla salvaguardia della zona.
Se il governo a Roma decide la politica locale, i gruppi Rifondazione Comunista e “Mirandola verde” nonché i cittadini sul territorio non ci stanno e hanno iniziato a battersi per la sua salvaguardia. L’ultimo a intervenire, pochi giorni fa, è stato l’ex sindaco di Modena e attuale consigliere regionale del Pd, Gian Carlo Muzzarelli: «Occorre individuare – scrive in una interrogazione alla giunta regionale – attraverso un tavolo istituzionale percorsi alternativi per il recupero e la riqualificazione di questa area visto che la tutela del paesaggio e del verde sono una priorità in Emilia Romagna. Nell’area dove dovrebbero essere collocati i pannelli fotovoltaici, ampia circa 100 ettari, sono presenti edifici rilevanti come la Direzione, il magazzino cereali, i barchessoni nonché alberature monumentali (il viale d’accesso presenta oltre 200 platani, ndr)».
Muzzarelli segue la battaglia – affiancata da una raccolta firme arrivata a circa 2mila nominativi – già da tempo intrapresa dal comitato «Salviamo PortoVecchio» su Facebook: i cittadini il 15 settembre scorso 2025 hanno inviato alle autorità competenti – tra cui i ministri Crosetto (difesa), Giuli (cultura), Pichetto Fratin (ambiente), la Soprintendenza, il presidente dell’Emilia Romagna de Pascale e la sindaca di Mirandola Budri – la petizione «No fotovoltaico a terra a PortoVecchio» chiedendo che il sito di Portovecchio venga escluso dalla gara statale.
Il comitato
Riassume la petizione con cui si tenta di fermare il progetto Pier Filippo Tortora del comitato attivo da alcune settimane: «Chiediamo alla Difesa di rimuovere il sito dal bando di gara e siamo molto contenti del risultato ottenuto fino a qui. Andiamo avanti perché la tenuta di Portovecchio ha un palazzo di impianto seicentesco con tanto di torretta dell’orologio, oltre a piante secolari: è un’area unica di storia, bellezza, cultura, saperi, tradizioni e dal 2016 ha un vincolo della Soprintendenza di Bologna Modena. Il mega impianto di pannelli fotovoltaici a terra distruggerà il paesaggio, l’ambiente naturale e la fertilità del suolo con un danno irreversibile per San Martino Spino e Mirandola, e l’unico vantaggio del privato vincitore del bando». Ha infine spiegato al Sole 24Ore il responsabile di Difesa Servizi Luca Andreoli che «la produzione di energie da fonti rinnovabili è un passaggio necessario per fornire una maggiore autonomia energetica alla Difesa».