Due poliziotti aggrediti a morsi in stazione dei treni: «Non hanno potuto usare il taser, ecco perché»
Venti giorni di prognosi per un agente della Polfer, il sindacato Siulp: «Il soggetto era già noto e su di lui il taser era stato giù utilizzato, ma la burocrazia vieta di farlo se uno dei due operatori non è abilitato. Il problema è che non ci sono abbastanza cartucce per le esercitazioni»
MODENA. Non ha voluto fornire le proprie generalità e ha opposto resistenza a due operatori della polizia ferroviaria di Modena. Poi li ha aggrediti e uno di loro ha riportato ben venti giorni di prognosi. È successo ieri - lunedì 6 ottobre - e ora dalla segreteria provinciale di Modena del Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia) lanciano un allarme. Il motivo? La Polfer non ha potuto utilizzare il taser.
Il problema burocratico
Tutto nasce dalle regole in vigore, che stabiliscono che anche se uno dei due agenti è abilitato, anche l’altro deve esserlo. Ma i corsi durano sette giorni e non ci sarebbero abbastanza risorse per abilitare gli agenti. Il che riduce quindi le possibilità di utilizzo di questo strumento. Protagonista dell’episodio di lunedì, un cittadino nigeriano già noto alle forze dell’ordine (che è stato denunciato). Ha aggredito, morsicando ad una mano ed all’avambraccio il capopattuglia, procurandogli lesioni guaribili in 20 giorni, essendo stato medicato con diversi punti di sutura. «Poteva essere usato il Taser? Sì, – interviene il Siulp – visto che già in passato il soggetto in questione si era reso responsabile di comportamenti pericolosi per la cittadinanza e per gli operatori della polizia di Stato, ed era stato utilizzato il taser proprio per ridurre al minimo i rischi». Stavolta però non entrambi gli operatori erano abilitati «perché il dipartimento della polizia di Stato – aggiunge il Siulp – non fornisce cartucce da esercitazione a sufficienza, quindi non tutti i nuovi agenti possono ottenere l’abilitazione all’uso del taser. Risultato: la pattuglia ne esce sprovvista, deve arrivare alla colluttazione fisica per riportare la situazione alla normalità e, come spesso accade in questi casi, uno o più operatori riportano lesioni più o meno gravi».
Il taser «strumento prezioso»
Per il Siulp – che spiega che si impegnerà a intervenire sul Ministero dell’Interno e a organizzare un convegno sul tema – il taser è uno «strumento prezioso per garantire la sicurezza dei cittadini, innanzitutto, ma anche degli operatori delle forze dell’ordine che sempre più spesso sono soggetti ad aggressioni. Il taser che si utilizza in Italia è sicurissimo ed è per tale motivo che insistiamo con forza affinché tutti gli equipaggi escano sempre muniti di taser. È impensabile che a causa di presunte difficoltà burocratiche ministeriali oppure legate ai costi d’esercizio, non tutti gli operatori vengano tempestivamente formati sull’uso del Taser».
