Gazzetta di Modena

Modena

La protesta

Via Gallucci si ribella alla movida: «Rimane bloccata anche l’ambulanza»

di Mattia Vernelli

	Via Gallucci: ambulanza bloccata nella movida e degrado
Via Gallucci: ambulanza bloccata nella movida e degrado

I residenti protestano: «Confusione fino alle 3 di notte, impossibile dormire. E le nostre case si sono svalutate del 40%»

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. «La sera è impossibile raggiungere le nostre case in auto, in via Gallucci rimangono bloccate anche le ambulanze. Prima delle 3 di notte non riusciamo a dormire a causa del rumore, e la mattina dobbiamo schivare i rifiuti e l’urina sotto casa. Siamo al limite».

È un grido disperato quello che arriva da vicolo Santa Maria delle Asse, perpendicolare di via Gallucci, cuore della movida modenese: uno stradello chiuso che i residenti chiamano «il “bagno” pubblico della città». «Non abbiamo più diritto – denunciano in coro – di parcheggiare all’interno dei nostri garage. Attraversare la folla al sabato sera significa incorrere in persone che battono colpi sulla portiera, insultano, tirano la birra sull’auto. Noi abbiamo paura. Il vero problema è in caso di emergenza: le ambulanze non riescono a passare, rimangono bloccate nella muraglia umana. Per arrivare a casa dobbiamo immetterci in corso Canalgrande, attraversare via Gallucci per poi raggiungere via delle Asse: un tragitto impossibile da percorrere nel weekend. Inoltre, l’immondizia e il degrado regnano sovrani. Alla mattina troviamo bottiglie sparsi a terra, urina sui muri, addirittura feci. Le pareti delle nostre case sono state rovinate dalle scritte e dagli sfregi. La strada fa da “cassa armonica”, il rumore si sente in casa ovunque, in qualsiasi stanza».

Un altro cittadino racconta un caso particolare: «Mio padre viveva qui, negli ultimi anni della sua vita era allettato e delirava la notte a causa del rumore. Al sabato sera è sempre la stessa storia. Siamo costretti a chiamare la polizia – spiega – chiediamo di intervenire per abbassare il volume. I locali prima delle 2 non chiudono, e la confusione si sente fino alle 3. Solo a quell’ora riusciamo ad addormentarci. Stiamo valutando di intraprendere un’azione legale seguendo anche quanto accaduto in altre città italiane».

I residenti si riferiscono alla recente condanna al Comune di Napoli di risarcire 19 persone residenti in piazza San Domenico Maggiore, zona della movida partenopea, per un totale di 760mila euro, a seguito di lamentele in merito al mancato rispetto dei limiti di inquinamento acustico, della salvaguardia della salute, della casa e della privacy.

«Si tratta di tutelare il benessere dei cittadini – continuano i cittadini – questa situazione lede la qualità delle nostre vive: siamo privati del sonno, del diritto al riposo, di usufruire dei nostri spazi privati, ovvero i garage. Se fosse un’iniziativa di alcuni giorni all’anno sarebbe comprensibile, ma ogni settimana, ormai da 4-5 anni, è la stessa storia. In più, il Comune ha lanciato “Tavolini sotto le stelle”, l’iniziativa che permetterà ai locali di usufruire ai locali degli spazi pubblici. Noi la chiamiamo “Tavolini sotto le camere”, perché sappiamo già che in quelle sere, come del resto durante i weekend, noi non dormiremo. Abbiamo già fatto un esposto al Comune e se n’è parlato diverse anche in Consiglio comunale, ma avvertiamo che non c’è reale interesse nell’intervenire».

C’è poi un ulteriore problema su cui riflettono i cittadini: «Il deprezzamento delle nostre case è arrivato a livelli critici. Il valore degli immobili è crollato, oggi valgono il 40 per cento rispetto a cinque anni fa, quando ancora via Gallucci non era l’epicentro della vita notturna. Questo è un angolo di Modena dal grande valore storico e architettonico, ma nessuno ci vuole più vivere. Se noi consideriamo il centro storico come una piccola perla della città, non si può permettere che le vie diventino discoteche a cielo aperto. Bisognerebbe trovare il modo di creare un modo diffuso e sostenibile per la vita notturna», concludono gli intervistati.  l

© RIPRODUZIONE RISERVATA