Mondadori Carpi, una vita in libreria: «La gente ama ancora la carta»
I fratelli Marco, Elena e Chiara Valentini, insieme a Silvia, costituiscono l’affiatato team che gestisce l’attività vicina al centro, un tempo Libreria Ferrari e poi Alcyone: «Il libro più venduto negli ultimi 5 anni? Quello di una nostra concittadina, Felicia Kingsley»
CARPI. Diciamoci la verità: poche cose sono belle come entrare in una libreria, perdersi tra i colori delle copertine e ogni tanto prendere un volume tra le mani per coglierne il profumo, addirittura sentirne il peso. «Sono queste sensazioni che rendono uniche le librerie e che ne rappresentano il punto di forza».
A parlare è Marco Valentini, 43 anni, che in libreria praticamente ci vive, assieme alle sorelle Elena (46) e Chiara (33), e Silvia, ormai da una decina d’anni nel team. La libreria in questione è la Mondadori, alle porte del centro di Carpi, che però non è il nome originale.
«Tutto comincia nel 2002: mia sorella Elena, terminato il liceo, va a fare la commessa nell’allora Libreria Ferrari. Non una classica libreria, nel senso che lì si vendevano anche libri usati e di nicchia, come vecchie edizioni militari. Quando i vecchi proprietari decidono di ritirarsi, Elena, appassionata di lettura, rileva l’attività. Nasce così la nostra libreria, la libreria autonoma Alcyone».
Poi è stato il tuo turno.
«Sì. Malgrado venissi da un istituto tecnico, mia sorella mi chiese una mano, ed eccomi qui».
Un passaggio importante è stata l’adesione alla catena di franchising Mondadori.
«Una scelta vitale. La libreria rimane nostra, sia chiaro, ma noi abbiamo aderito a questo marchio, scelta che ci garantisce supporto in diverse situazioni pratiche, come i rapporti con le case editrici, l’immagine, le analisi di mercato e il merchandising».
Già, perché oggi la Mondadori di Carpi non è solo una libreria.
«Ci definiamo un book store, vale a dire un negozio dove, oltre ai libri, ci sono prodotti di cartoleria, giochi, gadget culturali, per così dire. Da questo punto di vista il mondo delle librerie è cambiato. Poi, ci piace pensare di rappresentare anche un punto di aggregazione: alcuni giovani hanno preso l’abitudine di trovarsi qui».
Quello che non è cambiato, è la passione per i libri.
«In effetti, si leggono statistiche preoccupanti, però, per quanto ci riguarda, le vendite continuano ad essere buone. Nel 2024, ad esempio, abbiamo venduto 42.000 volumi, senza contare i testi scolastici. Certo, sono cambiati i gusti. Nel corso degli anni si sono affermati prima il genere young adults, poi il romance, genere in cui il centro propulsore degli eventi è la relazione fra due personaggi dove l’attenzione è rivolta al sentimento e al suo sviluppo, ai desideri. Libri che hanno avuto il merito di attirare anche i giovani. Il libro più venduto negli ultimi cinque anni è proprio uno di questi, “Una ragazza d’altri tempi”, peraltro scritto da una nostra concittadina, Felicia Kingsley».
E la lettura digitale?
«È una concorrenza che non sentiamo: l’amore per la carta prevale. La vera concorrenza è quella che ci arriva del commercio online: un problema che abbiamo cercato di affrontare potenziando i servizi, ad esempio facendo orario continuato e tenendo aperto anche alcune sere nei mesi estivi. Poi c’è quell’attività di servizio che il commercio elettronico non ti può dare: il consiglio, il suggerimento sono plus che appartengono al commercio fisico».
E un libraio che libri legge?
«Più o meno tutti: è necessario rimanere informati, conoscere le nuove edizioni, anche se ci sono i libri che rimangono nel cuore. Io, ad esempio, rileggerei in continuazione. Il vecchio e il mare di Hemingway e, pur non essendo un appassionato di tennis, Open di Agassi». Gusti diversi per Elena, che sopra il suo comodino ha Oro puro di Genovesi e Alcyone, la raccolta di poesie di D’Annunzio che, non è caso, ha dato il primo nome della libreria, mentre Chiara conserva nel cuore il dissacrante e indimenticato Stefano Benni e la sua Margherita Dolcevita, oltre ai Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop.
Che ruolo avuto Cna nella vostra storia?
«Siamo cresciuti con l’associazione. Abbiamo aperto la partita iva con loro e anche oggi si occupano della nostra contabilità e di tutto ciò che riguarda la gestione amministrativa della libreria. Una fiducia basata sulla affidabilità e sulla chiarezza manifestata in questi anni, ma anche dal supporto che ci è stato fornito in occasione di alcuni frangenti molto impegnativi, dal terremoto sino alla pandemia».
Il futuro come lo vedete?
«I problemi non mancano, a cominciare dall’incertezza che, peraltro, riguarda un ’o' tutte le attività. Ma noi cerchiamo di vedere positivo: continuiamo a confidare nella cultura, e quindi nei libri, come un fondamento della nostra società».
© RIPRODUZIONE RISERVATA