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L’emorragia dei medici di base: «Ne mancano 100 in provincia di Modena»

di Mattia Vernelli
L’emorragia dei medici di base: «Ne mancano 100 in provincia di Modena»

Il bando è andato quasi deserto, e sono pochi i giovani specializzandi. «Nessuno vuole più fare questa professione»

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MODENA. «Su 220 zone carenti, in cui sarebbe necessaria la presenza di un medico di base, a giugno ne sono state “coperte” solo 24. Nessuno vuole più fare questa professione». Il buco dei medici di base è diventato una voragine. I dati illustrati da Dante Cintori, segretario provinciale Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Modena, parlano chiaro: «Oggi i professionisti di medicina generale modenesi sono 406, nel 2008 erano 520. C’è una carenza di più di un centinaio di figure nella nostra provincia – spiega Cintori –. A giugno il bando prevedeva 220 posti per il ruolo unico, ovvero medici di base che raggiungono il proprio monte ore con altre funzioni, come quelle dell’ex guardia medica. Ne sono stati contrattualizzati solo 24. Come noto, l’emorragia colpisce soprattutto la montagna, mentre Modena, Carpi e Sassuolo rimangono più coperte. Abbiamo dovuto chiedere uno sforzo ai medici nella aree marginali di rimanere in questi luoghi e di non spostarsi in città». Nel bando per le zone carenti pubblicato a giugno sono stati assegnati solamente 220 posti sui 1.427 totali che la regione necessitava. Il “buco” è quindi superiore ai 1200 medici.

«Da un giorno all’altro 1500 pazienti»
«Le ragioni sono note – continua Cintori –: nel 1985, quando iniziai questa professione, per raggiungere il massimale di pazienti ci volevano circa 8 anni. Una soglia che oggi viene raggiunta in una settimana: da un giorno all’altro ci si ritrova con 1500 assisti, una burocrazia estenuante, turni lunghi e faticosi. I giovani non vogliono più fare questo mestiere».

Banchi vuoti alle specializzazioni
Come riporta il Corriere di Bologna a questo quadro già allarmante, si aggiungono i banchi vuoti nell’ultimo corso triennale di specializzazione avviato dalla Regione. Su 440 iscritti, si sarebbero presentati in circa 250, poco più della metà di quanti, avendo i requisiti, avevano ottenuto l’iscrizione. Il quotidiano bolognese riporta inoltre che dei 250 medici che hanno deciso di seguire il corso triennale, risulta che circa 50 sarebbero ospedalieri, principalmente medici del pronto soccorso, mentre molti altri sarebbero medici neolaureati che, in attesa che il Miur tardi ancora l’apertura di bandi per le diverse scuole di specializzazione, intanto si sono tenuti aperta la porta del corso triennale da medico di medicina generale.

«I giovani non si presentano»
«Tutto ciò è dovuto – continua Cintori – dalla grande confusione che c’è sul ruolo unico: i ragazzi non sanno esattamente a cosa vanno incontro. Su questo farà chiarezza l’accordo con i sindacati di medicina generale che è in dirittura di arrivo e che l’assessore alla Sanità Massimo Fabi presenterà questo mese. Fino a quando non saranno illustrati chiaramente tutti i punti del contratto, è chiaro che in un clima di tanta incertezza, i giovani non si presentano alla scuola di specializzazione. Rimangono comunque criticità strutturali della professione di medici di base a ruolo unico: la burocrazia incredibile, il numero di paziente elevatissimo. È necessario intervenire prima che il problemi diventi insanabile nel territorio modenese», conclude Cintori. 

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