Urla «non mi piacciono i gay» e prende a pugni un giovane
Anis Smati, 24 anni, presidente Rotaract club Carpi, è stato picchiato in stazione a Parma. Il racconto: «Non smetto di piangere, ho chiesto aiuto alla polizia e lui era impassibile»
CARPI. Era appena arrivato in stazione a Parma quando, da dietro, un uomo ha cercato di farlo cadere. Lui si è girato, nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo: «Vai via, fro**a di me**a», gli ha detto quell’uomo. Poi lo ha aggredito. I giorni di prognosi per Anis Smati – 24enne che è anche presidente del Rotaract Club Carpi – sono sette. Ma i giorni che ci metterà a metabolizzare quello che gli è successo non si possono quantificare: «Non smetto di piangere e mi spaventa persino l’idea di prendere un treno per andare a scuola o al lavoro».
Cosa è successo
L’aggressione a stampo omofobo («ma non voglio focalizzarmi su questo, perché sarebbe potuto accadere a chiunque», dice la vittima) è avvenuta sabato 18 intorno alle 14 a Parma. Anis, che studia Design del prodotto all’Accademia di Belle Arti di Bologna, era appena arrivato in stazione per lavoro quando un uomo ha cercato di farlo cadere: «Mi sono girato e gli ho chiesto semplicemente: “Tutto a posto?”. Lui mi ha risposto urlando: “Via fro**a di m***a, se no ti picchio!”. Gli ho risposto con coraggio, perché credevo di vivere in un Paese dove esistono i diritti civili: “Come ti permetti di comportarti così?”. A quel punto mi ha aggredito, colpendomi con un pugno e una testata che mi hanno fatto cadere. Ha continuato per oltre cinque minuti, mentre la gente guardava».
«È rimasto lì come nulla fosse»
È stato tutto veloce, violento e surreale: «Mi sono ritrovato con dolori ovunque, gli occhiali rotti e i vestiti strappati. La cosa che mi ha ferito di più è stata l’indifferenza delle persone attorno. Mi sono sentito solo, invisibile. Ho chiamato subito la polizia, che si trovava poco distante. L’uomo non è nemmeno scappato: è rimasto lì, come se nulla fosse successo. Quando sono arrivati i carabinieri, è stato identificato, mentre io sono stato portato via in ambulanza». L’aggressore non era sotto effetto di sostanze ed è in regola con il permesso di soggiorno. Non è stato arrestato. Ad Anis sono stati diagnosticati sette giorni di prognosi e presto sporgerà denuncia. La speranza è che con una querela della parte offesa qualcosa si possa muovere: «Invito tutte le persone che hanno subito aggressioni a denunciare sempre. Finché chi usa violenza resterà impunito, la violenza continuerà a sentirsi autorizzata. Ho vissuto a Parma per tre anni e più di metà della mia vita in Tunisia, e non ho mai subito aggressioni simili. Sono sempre stato me stesso, senza paura. Credo che quanto mi è successo non riguardi solo l’essere gay o “diversi”, ma sia il sintomo di un problema sociale e umano più grande, che riguarda tutti noi».