Campo da golf arato dal trattore: «La Federazione ha fatto di tutto per salvarlo»
Il dirigente della Federazione Italiana Golf Frigeri: «Tre incontri, ma dal Comune di Sestola non sono arrivate le risposte sperate»
SESTOLA. «La Federazione Italiana Golf e il Coni hanno fatto di tutto per salvare l’impianto di Sestola. Purtroppo dal Comune non abbiamo avuto le risposte sperate». Sulla vicenda dello storico campo, l’unico in Appennino, che è stato distrutto nei giorno scorsi con l’arrivo di un trattore che ne ha arato il terreno, interviene Stefano Frigeri, attualmente vicepresidente vicario della Federazione Italiana Golf ma che fino a settembre era presidente del Comitato Regionale Emilia Romagna della Fig. E che come tale, ha vissuto tutta la parabola discendente del Cimone Golf Club, fino ad essere costretto, poche settimane fa, a togliergli l’affiliazione. La morte sportiva dell’impianto, insomma, a cui poi è seguita quella fisica con l’aratura.
La storia
L’impianto nato nel 2003 si sviluppava su nove buche. Erano il minimo previsto dalla normativa, ma sufficiente per andare avanti. Erano diversi i proprietari dei terreni, e pare che i problemi seri siano iniziati quando uno di loro ha manifestato la volontà di utilizzare la sua superficie per altro. L’impianto sarebbe sceso sotto le nove buche, compromettendo l’esistenza di tutta la struttura. Ma la Federazione si è mobilitata più volte, assieme al Coni, per evitare questo epilogo.
«Era un patrimonio per tutto l’Appennino»
«Io, il vicepresidente regionale Fig Andrea Vaccaro e il presidente regionale Coni Andrea Dondi siamo andati più volte a Sestola per parlare con l’amministrazione comunale della situazione – sottolinea Frigeri – e dell’importanza di salvare una struttura unica che era un patrimonio non solo per Sestola, ma per tutto l’Appennino e per tutti gli appassionati di golf. Lì avevamo organizzato negli anni scorsi anche gare con professionisti, che hanno molto apprezzato la struttura, dalle enormi potenzialità. Abbiamo dato tutto il nostro appoggio, come Federazione, a organizzare a Sestola sia corsi per agonisti che per ragazzi, chiedendo se era possibile creare con gli albergatori pacchetti di soggiorno a prezzi vantaggiosi per le famiglie. Abbiamo fatto tre incontri con il sindaco, prospettando la possibilità di portare su giocatori da tutta la regione. Insomma, in quell’impianto ci abbiamo creduto tanto».
«Nessuna risposta dal Comune»
Anche quando si è creato il problema di un proprietario che voleva uscire con il suo terreno. «Abbiamo suggerito al Comune – continua Frigieri – di comprare quel terreno e poi subentrare nella gestione, perché il Comune poteva riuscire più facilmente a tenere insieme i vari proprietari. Come Federazione abbiamo dato la nostra disponibilità a mettere in contatto con il Credito sportivo per avere le risorse necessarie, ammortizzando tutta l’operazione negli anni in modo estremamente vantaggioso. Dondi ha spinto tantissimo per cercare di arrivare a una soluzione positiva. Dei tre incontri che abbiamo fatto, il secondo sembrava aver portato a una svolta positiva. Poi no, nonostante le promesse e gli spiragli, dopo non siamo riusciti ad avere nessuna risposta dal Comune. Anche quando le buche erano diventate non più giocabili, abbiano tentato di tenere viva la fiammella mantenendo l’attività al campo pratica. Abbiamo proposto anche di fare rete tra più Comuni. È stato tutto inutile. E così abbiamo perso una realtà che poteva ancora dare tantissimo».