Gazzetta di Modena

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Il lutto

Si è spento a 90 anni Savino Rabotti, custode del dialetto dell’Appennino

di Luca Tondelli

	Savino Rabotti
Savino Rabotti

Ha dedicato la vita a salvare e valorizzare la lingua della sua terra, curando anche un sito internet

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SASSUOLO. Si è spento a 90 anni nella sua casa di Sassuolo, ma con il cuore e l’anima sempre legati al suo Appennino, Savino Rabotti, uno dei massimi cultori del dialetto montanaro.

Le opere sul dialetto

Nel 2012 aveva dato a vita a un sito internet dedicato alla sua grande passione (www.savinorabotti.it) e negli anni ha pubblicato diverse opere, tra le quali l’imponente Vocabolario dei dialetti del medio Appennino reggiano, del 2010. La scorsa estate era uscito anche un volume intitolato L’aria d’cà…, con una cinquantina di poesie raccolte con la collaborazione del Comune di Castelnovo Monti e dell’Associazione culturale La Marmacola. Un libro che rende omaggio al suo lungo lavoro, avvalorando l’idea che il dialetto non sia una lingua minore, appartenente esclusivamente al passato, ma sia invece una vera e propria lingua madre, radicata nella storia e nel paesaggio. È stato a lungo anche collaboratore del sito appenninico Redacon. Rabotti era nato il 13 marzo 1935 a Castellaro di Vetto.

La sua vita

Così raccontava la sua biografia sul sito che aveva realizzato. «A mia insaputa mi è stato dato il nome di Savino per accontentare uno zio che spasimava per una Savina che non ho mai conosciuto. Tra il ’41 e il ’47 ho frequentato le elementari in tre sedi diverse, senza tralasciare il compito che il nonno mi aveva affidato: pascolare le pecore. Poi, su consiglio del parroco, sono entrato in un istituto religioso per frequentare le medie, il ginnasio, il liceo e la filosofia propedeutica (allora si chiamava così). Terminati gli studi ho collaborato con lo stesso istituto, dapprima come vicedirettore del collegio S. Filippo di Montefano (Macerata), poi come direttore e insegnante di lettere. Nel 1969 ho conosciuto Maria, e ci siamo sposati. Nel 1970 e nel 1973 sono arrivati i figli Doriano e Roberto. Nel ’70 ci siamo trasferiti per esigenze di lavoro prima in provincia di Parma, poi a San Polo d'Enza, dove ho lavorato nel settore industriale. Nel ’72 sono stato assunto all’Opera Pia Orfanotrofi di Reggio come “capofamiglia” di un nucleo di ragazzi, ma esigenze politico-amministrative hanno fatto ridurre il personale e sono ritornato nell'industria, questa volta a Sassuolo».

I funerali

Si è spento serenamente nella sua casa di Sassuolo, accudito come sempre dall’infaticabile moglie e compagna di una vita, Maria Carloni. I funerali oggi – mercoledì 22 ottobre – alle 15, partendo dalla Casa Funeraria Mammi in via Macchiusa 15/1 a Castelnovo Monti (dove in mattinata si potrà fare visita) per la chiesa di Santo Stefano di Vetto. Dalla redazione della Gazzetta, le più sentite condoglianze al figlio Doriano, collega storica firma dello sport del Resto del Carlino.

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