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L’iniziativa

Il governo vieta l’educazione affettiva a scuola, il corso fai-da-te dei genitori fa il boom

di Manuel Marinelli

	Il corso è stato organizzato dai genitori
Il corso è stato organizzato dai genitori

Un gruppo capitanato da due mamme, Giulia Giovanardi e Nashiely Pineda Alonso, si è dato da fare per offrire ai figli un percorso con un esperto: «In famiglia l’argomento rischia di essere un tabù, servono professionisti che educhino i ragazzi a gestire le emozioni»

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MODENA. Il governo vieta l’educazione affettiva a scuola? Allora ci pensiamo noi genitori. È un po’ questo lo spirito che ha animato un gruppo di genitori, capitanati da Giulia Giovanardi e Nashiely Pineda Alonso, che si sono dati da fare per offrire comunque un corso di affettività ai loro figli di 10 e 11 anni. Così hanno contattato un professionista, affittato uno spazio negli orari pomeridiani e proposto l’idea ai genitori degli altri compagni di classe. Il corso fa il boom: da due si passa a cinque, da cinque a dieci e via dicendo: praticamente tutta la classe aderisce, un plebiscito.

Il corso fai-da-te

«Abbiamo contattato degli specialisti e ci siamo organizzati in autonomia perché riteniamo che la sessualità e l’affettività siano temi di primaria importanza, e che ci si debba avvalere degli esperti per parlarne con i bambini – spiegano le due mamme, appoggiate anche da Gabriella Borbeggiani del Coordinamento Genitori democratici di Modena –. L’idea è piaciuta molto a tutti: vi hanno aderito la maggioranza dei compagni di classe dei nostri figli. Questo ha permesso di abbattere i costi, ma è comunque una spesa extra che non tutti si possono permettere». In tutto ciò, non è da sottovalutare il parere di chi, quei corsi di affettività con psicologi, sessuologi e professionisti in generale li ha frequentati: i bambini. «Il feedback dei nostri figli è stato ottimo, si sono mostrati molto interessati e hanno detto che è stato bellissimo. Anche oggi quando si sente un dubbio o quando ha un’insicurezza emotiva va a riprendere gli appunti del corso».

L’emendamento della Lega

Recentemente la Lega ha presentato un emendamento, approvato dalla commissione cultura della Camera, che vieta l’educazione sessuale anche alle scuole medie. «La scuola, secondo noi, non può non offrire corsi di questo tipo. Siamo tra i pochi in Europa – continuano i genitori – Ora i nostri figli hanno iniziato le medie, se la scuola non ha previsto questo percorso educativo, come comitato genitori, se ci sarà interesse, ci impegneremo a organizzare un corso, che purtroppo potrà essere offerto solo su base volontaria ai ragazzi e alle famiglie che desiderano aderire, e non a tutti gli studenti».

In famiglia un tabù, serve la scuola

L’idea di fondo è che su certi argomenti non possa essere esclusivamente la famiglia ad avere un compito educativo. La scuola, insomma, deve fare il suo ruolo anche su queste materie. «La famiglia spesso fatica ad affrontare il tema, ancora un tabù per certi versi. Perciò serve un corso per aiutare i ragazzini a prepararsi a gestire le loro emozioni, al di là della sfera sessuale. Necessitano di empatia. E se si confidano con la persona sbagliata? Meglio affidarsi ai professionisti. Si cresce purtroppo a volte con gli insulti, senza sapere il significato di certe parole. Oppure non si ascoltano le emozioni degli altri e di se stessi. In fase prepuberale quando si affacciano allo sviluppo vanno preparati, loro vivono all’80% in classe, vanno preparati all’empatia al capire e ascoltare gli altri. Ci siamo resi conto che chi non ha fatto il corso ha dei comportamenti diversi. Perché semplicemente non sanno interpretare bene le proprie emozioni e quello che sentono. Si fa per il bene dei ragazzi, non per ragioni ideologiche» concludono.

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