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Lo spavento

La vittoria, poi l’incidente: feriti 4 calciatori del Formigine nell’auto centrata a tutta velocità

di Matteo Pierotti

	Così si presentava l'auto dopo l'incidente
Così si presentava l'auto dopo l'incidente

Stavano rientrando da Bobbio, nel Piacentino. Il racconto di Alessandro Napoli, finito in ospedale: «Travolti da un automobilista che poi si è schiantato contro altre 5 macchine. Ho rivissuto un incubo del passato, avendo perso in incidenti mio papà e la moglie e il figlio del mio ex compagno Mauro Marchano»

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FORMIGINE. Stavano rientrando dalla trasferta per il campionato di Eccellenza a Bobbio, in provincia di Piacenza: poi un botto, la macchina che “sbalza in aria”. Sono stati attimi di paura domenica sera – 26 ottobre – per quattro giocatori del Formigine, reduci dalla vittoria contro la Bobbiese per uno a zero. In due sono finiti in ospedale per accertamenti: hanno riportato alcune contusioni ma fortunatamente niente di più. Di certo l’apprensione è stata tanta, come lo choc, anche perché uno di loro, Alessandro Napoli – noto attaccante – ha perso il padre proprio in un incidente stradale nel 2009.

Sono scoppiati tutti gli airbag

A raccontare quel che è accaduto domenica 26 ottobre è lo stesso Napoli: «Eravamo di ritorno da Bobbio. Seduti davanti c’eravamo io e Federico Davoli, dietro Gabriele Guaitoli e Matteo Nocetti. Purtroppo un ragazzo ha fatto un sorpasso centrando in pieno il lato guidatore». Tutto è accaduto in pochi istanti: «Siamo sbalzati in aria, perché la ruota è saltata nell’impatto e siamo andati a finire contro il guardrail». Un impatto particolarmente violento, che ha portato all’esplosione di tutti gli airbag.

La tragedia nella mente

«Quell’automobilista ha continuato con la sua corsa, andando a sbattere contro altre cinque macchine. Siamo riusciti a scendere dall’auto – prosegue Napoli – non dal mio lato perché era distrutta e la portiera bloccata. Siamo scesi rapidamente perché c’era puzza di fumo». Napoli rassicura: «Stiamo bene, io e Davoli siamo andati in ospedale perché ci è esploso l’airbag in faccia e abbiamo riportato diverse contusioni». Il pensiero va al passato: «Purtroppo ho perso mio papà in un incidente e nel 2009 sono morti in un incidente anche moglie e figlio del mio compagno di squadra Mauro Marchano, con cui ero in auto: lei aveva 30 anni e il bimbo 10 mesi. Giocavamo a Manfredonia, in Puglia. Quindi questo episodio mi ha portato un po’ indietro nel tempo, ma questa volta per fortuna è andata bene».

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