Maxi campo fotovoltaico in zona ippodromo: «Saremo circondati dai pannelli»
Il progetto presentato dalla società Vse di Milano prevede un impianto agrivoltaico su 9 ettari tra l’autostrada A1 e stradello Armenone: una storica villa sarà accerchiata su tre lati. Protestano i residenti e l’avvocato Nicola Cantarelli, che lì ha il suo studio legale: «Preoccupati e perplessi»
MODENA. Un maxi impianto fotovoltaico a terra sorgerà incastrato nei terreni tra l’autostrada A1 e stradello Armenone, in zona ippodromo. La richiesta è stata presentata dalla società Vse srl di Milano. Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di lunedì 27 ottobre, ha espresso parere favorevole alla localizzazione e all’esproprio per la realizzazione di un tratto di elettrodotto interrato funzionale all’opera: nello specifico, 300 metri lineari di connessione elettrica interrata per la realizzazione dell’impianto con potenza nominale pari a 5.826 kWp (kilowatt picco).
Il progetto
Si tratta di un campo di agrivoltaico che supererà i 9 ettari di terreno quindi un’estensione di circa 13 campi di calcio, un progetto su cui si erano già detti molto perplessi e preoccupati i residenti della zona. Il campo di pannelli, che avrà una vita utile di 30 anni (dopo i quali è prevista la dismissione e il ripristino delle aree), non solo confinerà con alcune abitazioni, ma circonderà completamente su tre lati una grande unità immobiliare nella quale trova sede lo studio legale dell’avvocato Nicola Cantarelli e le abitazioni di alcune famiglie che da pochi anni hanno acquistato l’immobile, ignari del progetto.
I timori
«Non posso negare di essere piuttosto preoccupato e molto perplesso su questo progetto nel quale saremo completamente “immersi” – afferma l’avvocato Cantarelli, la cui proprietà sarà circondata su tre – Ci chiediamo se vivere circondati da un impianto di queste dimensioni, con i campi elettromagnetici che, immagino, tale impianto possa generare, non avrà davvero nessuna ripercussione sulla nostra salute. E se dovesse averne – tuona l'avvocato – chi ne risponderà? Il Comune? L’attuale giunta? Il sindaco Massimo Mezzetti?». Cantarelli si chiede inoltre se, a livello di sostenibilità sociale e ambientale, sia davvero questa la soluzione migliore: «Per quanto a mia conoscenza, a livello internazionale si sta cercando di privilegiare gli impianti “a copertura”, per preservare le aree agricole e in generale i terreni – specifica il professionista – questo per evitare di ritrovarsi nella situazione di alcuni Paesi, che hanno costruito giganteschi impianti “a terra” e si sono poi trovati costretti ad importare i prodotti agricoli dall'estero. Non solo – continua l'avvocato – Sappiamo tutti che a Modena si è venuta a creare negli ultimi anni una vera e propria emergenza abitativa, con sempre meno unità immobiliari disponibili e prezzi sempre più alti. L'attuale giunta ha adottato una politica che tenta di ridurre il consumo di terra da destinare all’edilizia e poi acconsente che 9 ettari, ovvero 90.000 metri quadrati, vengano occupati da un campo fotovoltaico. Quante abitazioni, o asili, o altri servizi utili alla comunità sarebbe stato possibile realizzare in quell'area?», chiude l'avvocato Cantarelli.
Le compensazioni
Sull’impianto sono previste misure di mitigazione che consisteranno nella realizzazione su tutto il perimetro di una siepe arbustiva che creerà una schermatura visiva dell’impianto su tutta la sua altezza, integrata da elementi arborei, oltre alla piantumazione sul lato autostrada di una fascia alberata e arbustiva a potenziamento del corridoio ecologico esistente. Il Comune ha poi già concordato con la società Vse Srl e con la Conferenza dei servizi di introitare la quota di 190 mila euro, corrispondente a una stima del 3 per cento dei proventi dell’azienda per l’energia elettrica prodotta dall’impianto. La quota di compensazione servirà per la realizzazione di opere non ancora programmate ma che presentano un vincolo di destinazione ovvero la realizzazione nel quartiere 3 Buon Pastore-Sant’Agnese-San Damaso. «Non sono la siepe o le opere di compensazione che risolveranno l’abominevole impatto ambientale di questo agrivoltaico – affermano con disappunto altri residenti di stradello Armenone – noi ci eravamo opposti ma siamo rimasti inascoltati. Siamo fortemente preoccupati per la nostra salute e per la svalutazione dei nostri immobili».
