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Camporota “smonta” le baby gang: «Fenomeno che viene sovrastimato: non serve inasprire la pena»

di Ginevramaria Bianchi
Camporota “smonta” le baby gang: «Fenomeno che viene sovrastimato: non serve inasprire la pena»

L’assessore alla Sicurezza ha preso la parola alla Tenda nel corso della serata “I guerrieri della notte” promossa da Urbaner: «Pensare di risolvere i problemi inasprendo i reati o riempiendo le carceri di minori è un errore»

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MODENA. A forza di titoli allarmistici e parole come “baby gang” e “maranza” tra le pagine dei giornali, la cronaca rischia di trasformare in emergenza qualsiasi episodio di disagio giovanile. Non lo diciamo noi, ma Alessandra Camporota, assessore alla Sicurezza del Comune di Modena, intervenendo alla Tenda durante la serata “I guerrieri della notte” promossa da Urbaner.

Le dichiarazioni

«Sovrastimare certi fenomeni, come fanno talvolta gli organi di informazione con titoli molto aggressivi o semplificazioni, rischia di essere pericoloso – ha detto Camporota – “Baby gang”, “caos”: sono parole che intasano i titoli degli enti di informazione, e non sempre hanno un effetto positivo, perché la superficialità nell’affrontare questi temi crea allarme, e non aiuta a capire. Serve più conoscenza, meno paura».

Disagio giovanile

Sul palco, accanto al rapper e scrittore Amir Issaa, l’assessore ha spiegato come «oggi la discussione pubblica tenda a confondere disagio e devianza, gruppi e criminalità organizzata. Molti ragazzi si aggregano in modo spontaneo e fluido. Non parliamo di bande strutturate. Vederli insieme, rumorosi e sfrontati, non significa trovarsi davanti a una baby gang. Bisogna saper distinguere». Da qui la critica di Camporota alla risposta repressiva: «Pensare di risolvere i problemi inasprendo i reati o riempiendo le carceri di minori è un errore. Non parlo solo di Modena, ma a tutti: così si taglia fuori il futuro delle comunità».

Perché Camporota ha parlato di una sicurezza che nasce dalle opportunità, più che dal controllo: «La via è quella dell’integrazione, dello sport, della cultura, delle controculture – ha affermato l’assessore – Siamo stati giovani anche noi: non volevamo essere omologabili e non volevamo omologarci: per questo dobbiamo aiutare i ragazzi a trovare forme di espressione che consentano loro di crescere». E Camporota è tornata sul rapporto tra percezione e realtà: «Vedere dei giovani che si ritrovano non significa trovarsi davanti a una minaccia. Spesso bastano sguardi o atteggiamenti per generare diffidenza, ma questo non vuol dire che siamo di fronte a fenomeni criminali organizzati. Occorre distinguere bene un eventuale allarme dall’emergenza».

La proposta

«La sicurezza – ha aggiunto Camporota – si costruisce con la conoscenza e con le relazioni. Credo che lo sforzo che dovremmo fare sia quello di far trovare modi di espressione che consentano una crescita a tutti i ragazzi. Servono aggregazioni, iniziative, incontri. C’è bisogno sempre di più dell’opportunità di vivere insieme, di conoscersi davvero».

L’incontro si colloca negli eventi che fanno da prologo ad “Assedio 2026”, la rassegna organizzata da Urbaner in collaborazione con Mo’Better Football, con il patrocinio del Comune e il sostegno della Fondazione di Modena.