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Il rave

Il viaggio dentro al rave tra alcol, droghe e pagamenti col pos

di Manuel Marinelli
Il viaggio dentro al rave tra alcol, droghe e pagamenti col pos

Trecento identificati dalla polizia, accessi bloccati, e oggi (domenica 2 novembre) si sgombera. Un vero e proprio mondo parallelo quello all'interno della Fabbrica Blu tra musica, eccessi e bancarelle. Il racconto dei partecipanti

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CAMPOGALLIANO. Dove si sfornavano supercar invidiate in tutto il mondo oggi c’è una pista da ballo improvvisata tra le macerie dove casse altre tre metri sparano a tutto volume musica tekno su 5mila giovani.

La festa abusiva

È questo il cuore del rave iniziato nella notte tra venerdì e ieri, sabato 1 settembre, verso le 2 del mattino alla leggendaria fabbrica ex Bugatti di Campogalliano e tutt’ora in corso. Sono arrivati da tutta Europa con camper, furgoni e auto, si sono accampati nei prati attorno allo stabilimento, a due passi dall’autostrada A22 e hanno fatto tornare indietro la memoria collettiva a tre anni fa: a quel capannone abbandonato di via Marino a Modena, accanto al casello di Modena Nord sull’A1, dove fu organizzato un mega rave da cui ebbe origine il “decreto Piantedosi”.

Le forze dell’ordine

Le forze dell’ordine sono intervenute massicciamente dopo i primi arrivi, erano circa le 2: la marea di giovani festanti ha utilizzato come ingresso principale quello di via XXV Luglio ed è qui che si sono appostati polizia e carabinieri, oltre al 118 e ai pompieri. È stata allestita una tenda per il primo soccorso ed è stato effettuato anche un arresto ai danni di un ragazzo che aveva addosso diverse dosi di ketamina: lo hanno allontanato gli stessi organizzatori del rave per comportamenti molesti ai danni di alcune ragazze. Nel primo pomeriggio è iniziata la stretta: sono stati identificati 300 partecipanti all’uscita. Per loro scatterà una denuncia. L’ingresso al rave è stato proibito, ciò nonostante i giovani sono continuati ad arrivare in massa, costretti al dietrofront. Sempre nel pomeriggio di ieri è entrata in funzione una ruspa del Comune per posizionare una decina di jersey per rallentare la fuga dei raver in uscita con camper, auto e furgoni prevista oggi, domenica 2 novembre, dopo le 12.

Tra musica ed eccessi

All’interno quei quasi 5mila hanno creato una sorta di città, avvolta in un mondo tutto suo: il popolo arriva da tutta Europa, Spagna, Germania e Francia ed è in festa tranquillo. Quello che accade oltre le recinzioni della fabbrica non esiste per loro: l’importante è divertirsi, tra eccessi e musica. Ci facciamo strada nel primo pomeriggio e conosciamo Giacomo, un ragazzo di Como che è venuto in auto da solo per partecipare. «Se c’è un rave ci sono anche io» racconta mentre sorseggia una Peroni, «qualche mese fa ho guidato per dieci ore da solo verso la Francia. Poi sono rientrato dopo due giorni “in after” (senza dormire, ndr) e ho guidato per altre dieci ore. Mi ha tenuto sveglio la cocaina. Ne avevo un po’ anche per oggi, ma l’ho consumata tutta nel viaggio» ci racconta. 

Cocaina e alcol

Superato il varco di ingresso, si apre una distesa di tende su tutta la collinetta artificiale posta tra la fabbrica e l’autostrada. Dentro tanti dormono, qualcuno mangia, altri sniffano cocaina. Il cuore del rave è il mitico edificio dove venivano assemblate le supercar Bugatti nei primi anni Novanta: qui c’è la pista da ballo, dove ci si muove a ritmi altissimi sotto un impianto che spara tekno a tutto volume. Anche qui la droga e l’alcol non mancano: qualcuno che ha esagerato è collassato sulle macerie, lo soccorrono gli amici (non proprio sobri) con dell’acqua.

Anche sul tetto

Gli altri stabili sono parzialmente occupati, anche qui c’è qualcuno che fa festa. Mentre nell’edificio dove avevano sede gli uffici c’è gente che è salita sul tetto. Intorno centinaia di auto, furgoni e camper parcheggiati con ragazzi accampati. Le strade che collegano i vari fabbricati pullulano di bancarelle: dallo studio di tatuaggi improvvisato al salotto culturale dove viene presentato un libro. E poi il cibo: un panino alla salsiccia? Dieci euro. Eh sì, l’inflazione è arrivata anche nei rave. E il servizio di supporto psicologico? C’è. “Psicologo 2 euro” campeggia su una bancarella. No, non c’è nessun professionista della salute mentale. È un drink con vari alcolici mischiati. Contanti finiti? Nessun problema: in alcune bancarelle, come quella dove si vendono felpe, hanno anche il Pos.

La nuova legge

Gli organizzatori, con il decreto Piantedosi, rischiano da tre a sei anni e con la multa da mille a 10mila euro.