Stupro e tentato omicidio a Tabina di Formigine. Il 18enne nega tutto davanti al giudice
Sarà sottoposto a perizia psichiatrica, chiesto l’abbreviato
FORMIGINE. Si è dichiarato estraneo ai fatti, negando di avere aggredito la 66enne lungo la ciclabile in via Tomaselli a Tabina di Magreta il 15 aprile scorso. Così ieri il 18enne tunisino – minorenne all’epoca dei fatti – ha parlato in aula, al tribunale dei minori di Bologna, dove il suo avvocato (Catia De Luca) ha chiesto il giudizio abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. Il giovane, lo ricordiamo, all’epoca era ospite della comunità Don Orione 80 di Magreta; è accusato di tentato omicidio, violenza sessuale e rapina.
L’udienza
Ieri mattina il 18enne in una prima fase ha dichiarato di non volere rendere dichiarazioni sui fatti. Il difensore ha chiesto l’abbreviato condizionato alla perizia e il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere. Poi il giovane ha cambiato idea, decidendo di rispondere alle domande del giudice e del giudice a latere.
Il 18enne ha respinto le accuse sostenendo che, forse, potrebbe esserci stato uno scambio di persona. Ha riferito di non avere visto la vittima quel giorno (assistita dall’avvocato Marco Pellegrini).
Avrebbe inoltre aggiunto che si sarebbe sporcato i vestiti cadendo in una pozzanghera e sempre per via di questa caduta sarebbe stato sorpreso mentre si stava lavando. Ha riconosciuto le scarpe, la tuta e la bicicletta che i carabinieri hanno sequestrato nell’ambito delle indagini; abiti che appaiono anche nelle telecamere di videosorveglianza nel percorso verso la comunità.
La decisione
Dopodiché il giudice gli ha posto alcune domande relative alle sue competenze linguistiche. In particolare, gli ha chiesto se conoscesse alcuni termini specifici che la persona offesa ha dichiarato che le sono stati rivolti quel giorno dall’aggressore. E li ha riconosciuti tutti.
A quel punto il tribunale ha accolto la richiesta di perizia volta ad accertare sia la maturità che la capacità di intendere del ragazzo che, come già detto, all’epoca dei fatti era minorenne. Martedì prossimo verrà conferito l’incarico alla consulente: nel frattempo il 18enne resta in carcere.
Il legale della vittima
L’avvocato Pellegrini assiste la vittima, una 66enne di Formigine: «Ritengo che il quadro accusatorio sia solidissimo – così il legale – e che il tentativo di attribuire l’imputazione a uno scambio di persona sia ai limiti del ridicolo. Quanto all’accertamento di natura psichiatrica penso che, da parte di un tribunale per i minorenni, sia un atto dovuto sul quale non esprimiamo riserve, ma che al momento del fatto l’imputato fosse completamente lucido. La lucidità è dimostrata dal suo comportamento successivo all’aggressione: ha cercato di nascondere le tracce del reato lavando i vestiti, lavandosi, scappando. Quindi non era confuso, era perfettamente consapevole, tanto del disvalore di quanto appena compiuto, quanto della possibilità di rischiare di essere identificato. Questo, per me, non potrà essere in nessun modo messo in discussione da accertamenti peritali».
